Il Vicepresidente del Senato Roberto Calderoli è indagato dalla Procura di Bergamo per diffamazione aggravata dalla discriminazione “razziale”.
L’inchiesta si riferisce alla frase pronunciata dall’esponente leghista durante un comizio a Treviglio (ne abbiamo parlato qui).
A riguardo il Codacons ha presentato un esposto ai tribunali di Roma e di Bergamo, chiedendo di “accertare se nelle dichiarazioni del vicepresidente Calderoli fossero “ravvisabili lesioni dell’ordine pubblico e della dignità umana”, oltre che “responsabilità e fattispecie penalmente rilevanti quali istigazione all’odio razziale ed ingiuria a un organo costituzionale”.
Ieri anche i segretari provinciale e comunale del Pd di Ferrara, Paolo Calvano e Simone Merli, hanno annunciato una denuncia presso la Procura di Bergamo nei confronti del Vicepresidente del Senato.
Il Procuratore ha deciso di procedere sulla base dei documenti raccolti e della registrazione audio del comizio a Treviglio. Secondo gli inquirenti le parole pronunciate da Calderoli, oltre a essere diffamanti nei confronti della Ministra, rientrerebbero nei casi previsti dall’aggravante della discriminazione “etnica e razziale”, un reato per cui è possibile procedere d’ufficio.