Nuova sentenza del Tribunale di Brescia contro l’ordinanza del sindaco di Chiari, che obbligava i cittadini di origine straniera che volevano sposarsi a presentare il permesso di soggiorno.
L’obbligo di presentare il documento era stato introdotto nell’agosto del 2009 dalla legge sulla sicurezza, fortemente voluta dalla Lega Nord. Con sentenza depositata il 25 luglio 2011, la Corte Costituzionale aveva cancellato la disposizione, dichiarandone l’illegittimità e ribadendo che il diritto a farsi una famiglia (art. 29 della Costituzione) non può essere leso in nome del contrasto all’immigrazione irregolare.
Il sindaco leghista di Chiari Sandro Mazzatorta – allora anche senatore -, aveva però deciso di non recepire la disposizione della Corte e, con l’ordinanza del luglio 2011, aveva mantenuto l’obbligo di presentare il permesso di soggiorno ai fini di contrarre matrimonio. Una decisione a cui si erano opposti, presentando ricorso, l’Asgi e la Fondazione Piccini.
Lo scorso maggio, il Tribunale di Brescia ha accolto il ricorso e annullato l’ordinanza, considerata discriminatoria, condannando il Comune a pagare quattromila euro di spese legali e a pubblicare la sentenza su un quotidiano nazionale. Anche in questo caso, il sindaco ha provato ad opporsi alla decisione, presentando un ricorso, che è stato bocciato in questi giorni dal Tribunale di Brescia.
Una vicenda che è costata ai cittadini di Chiari, a cui sono state addebitate le spese legali, 3.500 euro.