Il Tavolo Nazionale Immigrazione ha inviato il 28 settembre al Presidente del Consiglio e ai Ministri competenti un testo contenente alcune proposte di modifica in merito alla procedura di emersione dei datori di lavoro che impiegano lavoratori stranieri irregolarmente. Nel documento il Tavolo conferma la preoccupazione, espressa già in molte occasioni, sulla reale efficacia del provvedimento nel caso non vengano apportate rapidamente delle modifiche.
Di seguito riportiamo il comunicato integrale diffuso dal Tavolo
Le organizzazioni del Tavolo nazionale Immigrazione scrivono al Governo: se non si introducono modifiche la procedura di emersione rischia il fallimento.
Alcune proposte per superare gli aspetti più problematici
I dati sulle domande di regolarizzazione presentate finora confermano le preoccupazioni espresse in più occasioni (da ultimo nell’incontro col Ministro Riccardi ed esponenti dei ministeri interessati) dalle organizzazioni che fanno parte del Tavolo Nazionale Immigrazione su una effettiva e ampia fruibilità del provvedimento di legge relativo all’emersione dei lavoratori stranieri irregolari.
Con una nota indirizzata al Presidente del consiglio e ai Ministri competenti, le organizzazioni lanciano un appello perché si introducano modifiche ai punti di maggiore criticità, formulando una serie di proposte che potrebbero aiutare a superare le difficoltà che oggi incontra chi vorrebbe utilizzare il provvedimento. Il rischio sempre più concreto è che solo una piccolissima parte dei potenziali interessati possa accedervi, mentre quasi il 90% ne resterebbe escluso.
In particolare le proposte (che vertono sulla prova della presenza del lavoratore al 31.12.2011, sui costi eccessivi, sui limiti di reddito previsti, ecc) si prefiggono lo scopo di allargare la platea dei beneficiari, a vantaggio dei lavoratori oggi non in regola e per questo più facilmente ricattabili, ma anche delle casse dello stato, visto che con l’emersione si eliminerebbe una sacca di evasione importante.
Nella nota si chiede pertanto al governo di estendere la possibilità di presentare domanda di regolarizzazione anche a quei datori di lavoro stranieri titolari di permesso di soggiorno non di lungo periodo; considerare come prova di presenza anche una dichiarazione sostituiva del datore di lavoro; interpretare in modo estensivo il termine ‘organismo pubblico’ da cui deve pervenire la documentazione sulla presenza in Italia; considerare prova di presenza i timbri di ingresso in area Schengen; consentire la regolarizzazione dei rapporti di lavoro part-time in tutti i settori; consentire al lavoratore regolarizzando di accedere al riconoscimento del permesso di soggiorno per attesa occupazione qualora il datore di lavoro non ottemperi agli obblighi conseguenti al buon esito della domanda presentata; estendere la possibilità di regolarizzazione al coniuge irregolare del lavoratore regolarizzato; chiarire tutti quegli aspetti che potrebbero dar luogo a scelte discrezionali degli uffici e delle autorità locali in fase di esame delle domande; contenere i costi della regolarizzazione o, almeno, prevederne la restituzione in caso di diniego o mancata formalizzazione della domanda per cause indipendenti dalla buona fede di chi la presenta; estendere il termine per la presentazione della domanda al 15 novembre 2012; chiarire che l’esercizio della potestà espulsiva è sospeso dal 9 agosto 2012 fino al 15 ottobre 2012, cosi come previsto dall’articolo 5 e, per coloro che hanno presentato la domanda, fino alla conclusione del procedimento relativo.
Tavolo Nazionale Immigrazione
(Acli, Arci, Asgi, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cisl, Cgil, Comunità di S. Egidio, Fcei, Sei-Ugl, Uil)
Roma, 28 settembre 2012
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