Questa mattina ci hanno segnalato un’ordinanza emessa dal primo cittadino di Crespina Lorenzana, in provincia di Pisa, Thomas D’Addona. Sebbene non riguardi strettamente le tematiche che ogni giorno trattiamo, ci è sembrato opportuno e doveroso parlane. Si tratta dell’ordinanza sindacale contingibile e urgente n. 10 del 17.04.2020, avente ad oggetto: Misure contenitive del contagio Covid-19. Obbligo di importi minimi di acquisto presso esercizi commerciali (qui l’ordinanza), e in vigore da questa mattina.
Cosa dice l’ordinanza? Perché ha suscitato la nostra attenzione?
In breve, impone al cittadino l’obbligo di una spesa con un importo minimo, che viene definito in modo dettagliato nel corpo dell’ordinanza stessa: non si potrà fare la spesa con meno di 50 euro nei supermercati, non si potrà spendere meno di 20 euro nei negozi di vicinato di generi alimentari, tra cui anche le macellerie, non meno di 5 euro se si va al panificio. In farmacia è richiesto l’acquisto di almeno un farmaco qualora si voglia comprare, ad esempio, un burro cacao, un fondotinta o un giocattolo. Un minimo di “spesa” (se così ci è concesso dire) persino sull’acquisto delle sigarette: si dovranno comprare almeno tre pacchetti e solo quelli da 20! Soltanto in caso di “comprovata necessità”, l’acquisto presso alimentari e tabacchi è concesso in importi inferiori, ma previa comunicazione tramite mail al Servizio di Polizia Municipale (polizia.municipale@comune.crespinalorenzana.pi.it), nella quale sia indicato il nominativo del soggetto, la motivazione dell’acquisto, data e ora.
Chi, invece, verrà sorpreso a trasgredire quanto riportato nell’ordinanza (farà fede lo scontrino fiscale, ndr), rischierà una sanzione di almeno 500 euro. Una decisione, quella del sindaco, che sta suscitando non poche polemiche.
Le sue ragioni, il sindaco, le ha esposte in un video su Facebook (visibile qui). “In sostanza – spiega il primo cittadino – si rischia molto di più a fare la spesa che a passeggiare nei campi. Nell’attesa di poter nuovamente passeggiare liberamente, limitiamo il rischi nei negozi. Con un po’ di organizzazione mentale e facendo un po’ di ottimizzazione, si riesce a dimezzare le uscite per la spesa“. E aggiunge: “Il pane fresco è un lusso che non ci possiamo permettere a meno che i vicini non si organizzino andando uno per volta. La spesa non può essere una scusa per uscire di casa, chi lo fa sa che sbaglia per sé stesso e per la collettività”.
Preoccupazioni condivisibili. Ma.
Siamo di fronte ad una ordinanza di gran lunga più restrittiva delle norme governative stesse, e che quindi potrebbe essere firmata solo dalla Regione. D’Addona è, di fatto, il primo sindaco d’Italia a imporre lo scontrino minimo ai suoi concittadini, limitando, in questo modo, di molto le libertà personali: non è detto che tutti possano permettersi soglie di spesa come quelle indicate nell’ordinanza.
Il responsabile dell’area pisana di Confesercenti Toscana Nord ha già scritto al Sindaco chiedendo che questa ordinanza venga annullata. Al di là del fatto che il territorio non sembra essere colpito più di altri da una emergenza contagi tale da giustificare una misura così drastica, nel provvedimento si palesa “una evidente sperequazione a favore della media distribuzione dove sicuramente sembra più facile spendere 50 euro (visto la quantità di prodotti), rispetto ai 20 in un alimentari o addirittura 5 in un panificio. E che dire delle farmacie, dove ad esempio una neo mamma ogni volta che dovrà acquistare i pannolini o il latte in polvere, dovrà per forza abbinarci anche un farmaco. Poi non dimentichiamo che a qualcuno spendere 50 euro in una volta potrebbe essere difficile viste le difficoltà economiche del momento”, ribadisce la Confesercenti.
In un momento così delicato per tutte e tutti, cittadini e imprese, non si vede assolutamente la necessità di produrre “ordinanze creative” di questo tipo. La speranza e l’augurio è che il sindaco D’Addona, anche se animato da una pur legittima volontà di tutelare la salute dei suoi concittadini, si accorga comunque di avere firmato una ordinanza sbagliata.