Siamo a Torpignattara, quartiere di Roma. E’ mattina, e nel bar Excalibur si fa colazione. Entra un ragazzo di origine straniera, nero, domiciliato in zona. Il suo ingresso viene accompagnato da una serie di insulti: “puzzola”, gli dice una signora, facendo riferimento ai “gommoni affondati”, e al fatto che dovrebbe “tornare nel suo paese”. Intanto la proprietaria del bar rincara la dose, associandosi alle offese della donna.
Fortunatamente, un uomo interviene. Chiede alla signora di smetterla e poi, rivolgendosi alla proprietaria del bar, sottolinea che in quell’esercizio lui non entrerà più. Dopodichè va dai carabinieri del quartiere a sporgere denuncia: gli rispondono che senza sapere nome e cognome della signora che ha insultato il ragazzo, la denuncia è inutile, e gli suggeriscono di rivolgersi a un’associazione antirazzista.
E’ così che ci chiama e ci racconta quanto successo.
Ringraziamo F., che si è reso protagonista di un gesto utile e importante contro il razzismo quotidiano. Quante volte assistiamo a una scena del genere senza dire nulla? Il razzismo non è la normalità e non lo deve diventare: prendere posizione è uno dei modi per combatterlo. Ancora grazie a F. La nostra solidarietà al ragazzo offeso, e a F. che, pur non essendo la vittima diretta dell’attacco razzista, si è sentito comunque insultato: quel che si dice partecipazione attiva e senso civico.