Sei cittadini su dieci ritengono che in Italia ci sia un problema di razzismo. Lo ha raccontato Ilvo Diamanti su La Repubblica del 5 luglio scorso, presentando i dati di un sondaggio svolto da Demos su un campione rappresentativo di 1.006 cittadini maggiorenni.
Diamanti osserva che le opinioni o le percezionidi un fenomeno non significano necessariamente che il fenomeno esista. Ne sappiamo qualcosa a proposito delle percezioni della paura e della insicurezza, sistematicamente enfatizzate nel discorso pubblico, anche nelle fasi in cui i dati dimostrano che il numero di reati è in flessione (tra i molti si veda il pezzo di Giuseppe Faso qui).
Ma torniamo al razzismo. Che esista nel nostro paese non è certo una scoperta. Il punto interessante è che, in base ai risultati del sondaggio, lo pensano anche molti cittadini.
I sondaggi devono essere sempre considerati con la necessaria cautela. Quello di cui stiamo parlando è stato svolto tra il 15 e il 17 giugno, a pochi giorni di distanza dall’uccisione di George Floyd e delle proteste che ne sono seguite. E come sappiamo l’emotività, nel liquido mondo della comunicazione dei social, gioca un ruolo non secondario nell’orientare l’opinione pubblica. Potrebbe aver condizionato anche le risposte delle persone intervistate.
Ciò detto: se sei cittadini su dieci riconoscono che il razzismo è un problema anche italiano e se due terzi dei cittadini intervistati (il 65%) condividono le ragioni del movimento Black Lives Matter, è un buon segno.
Importante anche la scelta editoriale del giornale: uno dei principali quotidiani italiani decide di offrire grande visibilità ai risultati di un sondaggio sul razzismo (commissionato ad hoc). In un paese che alterna lunghe fasi di rimozione a picchi, in genere fugaci, di sovra-rappresentazione del fenomeno, non è poco. Forse, anche grazie al movimento Black Lives Matter, i mezzi di informazione sono tornati a dedicare una maggiore attenzione al razzismo in Italia?
Terzo. Il sondaggio conferma ciò che diversi studi sostengono tempo: sono soprattutto i giovani ad avere una sensibilità antirazzista e a condividere gli obiettivi delle manifestazioni Black Lives Matter: circa otto su dieci under 30 intervistati.
Secondo i risultati del sondaggio Demos la cultura antirazzista sembra decrescere con l’età, così come la solidarietà con il movimento delle scorse settimane. L’esistenza del razzismo è riconosciuta dal 68% delle persone di età 30-44 anni, dal 57% nella fascia 45-54 anni, dal 60% delle persone di età compresa tra i 55 e i 64 anni e dal 63% degli over 65.
La fascia di popolazione meno sensibile sembrerebbe quella intermedia, delle persone tra i 45 e i 54 anni di età. Un dato che meriterebbe un approfondimento, visto che si tende ad attribuire solitamente ai più anziani una maggiore propensione alla xenofobia e alla discriminazione.
Il sondaggio indaga inoltre il livello di percezione del razzismo mettendolo in relazione con l’appartenenza politica (sondata con le intenzioni di voto). Gli elettori della Lega Nord tendono a negarne l’esistenza (2 su 3). E questo non sorprende. Lievemente minore è la negazione del problema da parte degli elettori di Fratelli d’Italia i cui elettori addirittura per il 54% dichiarano di essere d’accordo con le manifestazioni Black Lives Matter.
Vi sarebbe un 69% degli elettori del Movimento 5 Stelle che riconosce l’esistenza del razzismo in Italia e sarebbe ben il 77% la parte di elettori del Movimento che condivide le ragioni delle manifestazioni Black Lives Matter. E questo, date le scelte fatte a livello istituzionale negli ultimi anni, stupisce parecchio di più.
Peculiare anche il dato relativo agli elettori PD: l’88% condividerebbe le ragioni del movimento antirazzista delle ultime settimane, ma sarebbero in meno, il 68%, a riconoscere che ci sia un problema di razzismo in Italia.
A questo punto sorge una domanda. Anzi, due.
Che la solidarietà di diversa natura politica con le manifestazioni Black Lives Matter sia in qualche modo legata al fatto che sono nate a seguito di un fatto gravissimo di razzismo istituzionale sì, ma successo altrove? Che la lotta al razzismo sia maggiormente benvenuta quando si riferisce a discriminazioni e violenze razziste avvenute a chilometri di distanza dal Belpaese? (Macerata docet).
Ciò, ad esempio, potrebbe spiegare quel 20% di scarto esistente tra gli elettori Democratici che “sono d’accordo con le manifestazioni Black Lives Matter” e il numero inferiore di coloro che pensano che il razzismo in Italia c’è.