E’ stato presentato oggi a Roma, il XIV Rapporto di Sbilanciamoci! “Come usare la spesa pubblica per i diritti, l’ambiente, la pace”. Tra i capitoli di spesa analizzati, anche quello relativo alle politiche sull’immigrazione. Il Rapporto di quest’anno, 186 pagine di analisi e idee concrete per uscire dalla crisi salvaguardando i diritti – oltre ad analizzare criticamente le politiche del governo italiano e di Unione e Commissione Europea – formula ben 94 proposte specifiche e dettagliate (in una “manovra” da 29 miliardi di euro) sia per le entrate che per le uscite prevedendo riduzioni mirate della spesa pubblica, ad esempio gli stanziamenti per la Difesa, per le “grandi opere” o veri e propri tagli come quello degli stanziamenti per la costruzione e la gestione dei CIE.
La filosofia del Rapporto di quest’anno è opposta a quella delle politiche neoliberiste e di “austerity”: per fronteggiare la crisi bisogna investire nel rilancio dell’economia, nella redistribuzione della ricchezza e in un nuovo modello di sviluppo sostenibile e di qualità.
L’intero testo del rapporto è scaricabile a questo link: http://www.sbilanciamoci.org/wp-content/uploads/2012/11/rapporto-sbila-2013_def-stampa1.pdf
Di seguito pubblichiamo la parte del rapporto dedicata all’analisi della spesa pubblica sull’immigrazione.
Immigrazione
Immigrazione e asilo assorbono, come noto, una parte esigua della spesa pubblica italiana. Nel corso degli anni abbiamo cercato di evidenziare come le pur scarse risorse destinate a supportare le politiche in questo ambito abbiano privilegiato il contrasto dell’immigrazione irregolare più che gli interventi di inclusione sociale. Tale squilibrio, che si è accentuato nel corso del tempo nonostante sia aumentata in modo significativo la popolazione straniera che vive stabilmente nel nostro paese, ha caratterizzato indistintamente le scelte dei governi di destra e di sinistra.
Il governo cosiddetto tecnico non ha alcuna intenzione di distinguersi rispetto a quelli che lo hanno preceduto. Anzi, le scelte, non solo di natura finanziaria, adottate nel 2012 e gli stanziamenti indicati negli allegati alla legge di stabilità 2013 non lasciano sperare in un’inversione di rotta dell’intervento pubblico in questo campo.
Alcune scelte esemplari
Sul piano politico, vale la pena ricordare che l’attuale Governo, attraverso le prese di posizione del Presidente del Consiglio, ha esplicitamente scoraggiato l’approvazione da parte del Parlamento di una riforma della legge 91/92 sulla cittadinanza nonostante i risultati raggiunti dalla campagna nazionale di raccolta di firme “L’Italia sono anch’io” e nonostante lo stesso Presidente della Repubblica abbia ripetutamente auspicato che ai nati in Italia e ai bambini con genitori stranieri residenti nel nostro paese venisse finalmente facilitata l’acquisizione della cittadinanza italiana.
E’ l’attuale Ministro alla Cooperazione internazionale e all’Integrazione ad aver presentato ricorso contro la sentenza del Consiglio di stato del novembre 2011 che ha dichiarato l’illegittimità della cosiddetta “emergenza nomadi”.
Il provvedimento di emersione dei rapporti di lavoro irregolari previsto dal dlgs. 109/2012, a causa della tipologia dei requisiti richiesti per la presentazione della domanda, ha impedito la regolarizzazione di una grandissima parte dei lavoratori stranieri (134.576 le domande presentate rispetto a una presenza di lavoratori stranieri al nero stimata intorno a 350.000 persone). Circa 135 i milioni entrati nelle casse dello stato solo grazie alla presentazione delle istanze (1000 euro a domanda), senza contare quelli che proverranno dal pagamento dei contributi pregressi richiesto ai datori di lavoro (secondo le stime dei sindacati tra i 2000 e i 6000 euro a lavoratore a seconda della tipologia di contratto). Soldi che non andranno affatto a finanziare un rafforzamento delle politiche di inclusione sociale.
Tagli alle pari opportunità e all’inclusione sociale
La spending review (molto più lineare di quanto non abbiano voluto farci credere), ha avuto come effetto immediato quello di cancellare nei fatti l’organico dell’Ufficio antidiscriminazioni razziali (UNAR), l’ufficio che negli ultimi anni aveva dato un notevole impulso alla lotta contro le discriminazioni: da 15, ora gli addetti sono 4. I tagli hanno comportato il cambiamento del suo direttore e il rinvio alle amministrazioni di appartenenza del personale lì comandato.
Va detto che l’ufficio non ha mai raggiunto l’organico previsto dal DPCM dell’11 dicembre 2003 che definisce la sua composizione, ma ha operato negli ultimi anni con 15 addetti avendo a disposizione per la realizzazione delle proprie attività a partire dal 2003 un finanziamento di 2.035.357 euro annui (Legge comunitaria n.39 dell’1 marzo 2003).
Costo annuo figurativo del personale UNAR (staff previsto dalla legge) | |||
Numero unità |
Costo annuo unitario |
Costo annuo totale |
|
Dirigente generale |
1 |
180.000 |
180.000 |
Dirigenti servizi |
2 |
120.000 |
240.000 |
Unità area c |
8 |
60.000 |
480.000 |
Unità area b |
10 |
45.000 |
450.000 |
TOTALE |
1.350.000 |
A pieno regime il funzionamento dell’ufficio sarebbe costato circa 1 milione e 350mila euro, una spesa per altro non aggiuntiva a quella esistente perché l’organico (tranne il suo ex direttore) era composto da personale già interno alla pubblica amministrazione.
Un ufficio che dunque è costato allo Stato pochi soldi (tra spese figurative e spese effettive al massimo 3,2 milioni di euro l’anno), che ha lavorato bene negli ultimi anni e che nonostante questo è stato messo nell’impossibilità di proseguire il suo lavoro.
La direzione generale immigrazione, pur ribattezzata “Direzione generale immigrazione e integrazione”, ha in competenza uno stanziamento per l’anno 2013 pari a 1.953.000 euro che vanno unicamente a sostenere il suo funzionamento. Sui capitoli di spesa 3694 (Fondo per l’inclusione sociale degli immigrati) e 3783 (Fondo nazionale per le politiche migratorie) non viene allocato neanche un soldo.
Le risorse per i CIE
La lettura dell’Allegato N.8 alla legge di stabilità (Ministero dell’Interno) permette di individuare le principali voci di spesa sulle quali convergono le scarse risorse a disposizione: purtroppo sono sempre le stesse. Evidenziamo nelle tavole che seguono quelle più rilevanti.
Capitoli di spesa rilevanti
Capitoli di spesa |
Previsioni assestate anno finanziario 2012 |
Previsioni risultanti anno finanziario 2013 |
Previsioni anno 2014 |
Previsioni anno 2015 |
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3.1 Contrasto al crimine, tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica | ||||
2624 |
Spese di viaggio, trasporto e mantenimento di indigenti per ragioni di sicurezza pubblica. Spese per il rimpatrio di stranieri a seguito di provvedimenti di espulsione o respingimento, ovvero per l’allontanamento dal territorio dello stato di cittadini appartenenti ad uno stato membro dell’Unione Europea. Spese per l’allontanamento dal territorio nazionale a seguito di accordi e convenzioni internazionali. |
8.840.397 |
3.874.261 |
3.847.344 |
3.797.338 |
2568 |
Spese per la realizzazione del sistema informativo per la gestione del numero verde finalizzato alla prevenzione e al divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile |
289.727 |
275.959 |
274.444 |
271.286 |
2735 |
Spese per la gestione e manutenzione del sistema di informazione visti finalizzato al contrasto della criminalità organizzata e dell’immigrazione illegale |
5.225.968 |
3.447.906 |
3.457.560 |
3.459.921 |
|
TOTALE |
14.356.092 |
7.598.126 |
7.579.348 |
7.528.545 |
Fonte: Allegato n.8, legge di Stabilità 2013, Ministero dell’interno
Stanziamenti per Cie, CARA e CDA
Capitoli di spesa |
Previsioni assestate anno finanziario 2012 |
Previsioni risultanti anno finanziario 2013 |
Previsioni anno 2014 |
Previsioni anno 2015 |
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Ministero interni | ||||
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Interventi del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione | ||||
2351 (2) |
Spese per l’attivazione, la locazione, la gestione, ivi compresa la manutenzione ordinaria, dei centri di permanenza, dei centri di identificazione e di quelli di accoglienza per stranieri irregolari. Spese per interventi a carattere assistenziale, anche al di fuori dei centri stessi. Spese per studi e progetti finalizzati all’ottimizzazione ed omogeneizzazione delle spese di gestione. |
127.684.124 |
194.777.412 |
179.294.218 |
176.690.296 |
|
Investimenti Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione | ||||
7351 (2) |
Spese per la costruzione, l’acquisizione, il completamento e l’adattamento di immobili destinati a centri di permanenza temporanea e assistenza, di identificazione e di accoglienza, per gli stranieri irregolari e richiedenti asilo, nonché spese relative ad interventi di manutenzione straordinaria e per compiti di studio e tipizzazione |
42.177.463 |
41.530.873 |
41.247.908 |
1.822.744 |
Totale |
169.861.587 |
236.308.285 |
220.542.126 |
178.513.040 |
Fonte: Allegato n.8, legge di Stabilità 2013, Ministero dell’interno
Le politiche di spending review colpiscono la lotta contro le discriminazioni ma non il sistema di detenzione amministrativa dei Centri di Identificazione ed Espulsione per i quali è previsto una stanziamento complessivo (tra spese di parte corrente e investimenti) di 236, 3 milioni di euro per il 2013, 220,5 milioni di euro per il 2014 e 178,5 milioni di euro per il 2015. Rispetto alle previsioni assestate del 2012 per i CIE è previsto per il 2013 uno stanziamento aggiuntivo complessivo di circa 66,4 milioni di euro.
E ciò accade nonostante le organizzazioni di tutela e vari rapporti del Commissario Europeo dei diritti umani abbiano denunciato anche nel corso del 2012 numerosi casi di violazione dei diritti umani dei migranti detenuti in queste strutture. Strutture che dovrebbero “garantire” l’effettiva esecuzione dei provvedimenti di espulsione dei migranti privi di permesso di soggiorno: la tavola che segue consente di valutare quanto tale obiettivo sia “effettivamente” raggiunto.
Numero di cittadini stranieri detenuti nei CPTA e nei CIE, numero di cittadini stranieri effettivamente espulsi e incidenza dei cittadini rimpatriati su quelli detenuti. Anni 1998-2011. | |||
Anni |
Numero stranieri detenuti nei CPTA/CIE |
di cui effettivamente rimpatriati |
% rimpatriati su detenuti |
1998 |
5.007 |
2.858 |
57 |
1999 |
8.847 |
3.893 |
44,0 |
2000 |
9.768 |
3.134 |
32,1 |
2001 |
14.993 |
4.437 |
29,6 |
2002 |
17.469 |
6.372 |
36,5 |
2003 |
13.863 |
6.830 |
49,3 |
2004 |
16.465 |
7.895 |
48,0 |
2005 |
16.055 |
11.087 |
69,1 |
2006 |
12.842 |
7.350 |
57,2 |
2007 |
9.647 |
4.459 |
46,2 |
2008 |
10.539 |
4.320 |
41,0 |
2009 |
10.913 |
4.152 |
38,0 |
2010 |
7.039 |
3.399 |
48,3 |
2011 |
7.735 |
3.880 |
50,2 |
Tot. |
161.182 |
74.066 |
46,0 |
Fonti: Per gli anni 1999-2006: Ministero degli Interni, Rapporto sulla criminalità in Italia. Analisi, prevenzione, contrasto, 2007; per gli anni 2007-2010: Caritas/Migrantes, Dossier Statistico Immigrazione 2009-2011; per l’anno 2011: Medici per i Diritti Umani, L’iniquo ingranaggio dei Cie. Analisi dei dati nazionali completi del 2011 sui centri di identificazione ed espulsione, luglio 2012, cfr. http://www.mediciperidirittiumani.org/pdf/LINIQUO_INGRANAGGIO.pdf per gli anni 2008-2011. |
I costi dei rimpatri
Un costo che sembra destinato a crescere è anche quello sostenuto per l’esecuzione dei rimpatri (noleggio vettori e personale di polizia che esegue l’accompagnamento). Nel capitolo di spesa 2624 del budget del Ministero dell’Interno sono previsti 3.874.261 milioni di euro, circa 5 milioni in meno rispetto al 2012.
Ma i dati ufficiali più completi sono contenuti nel programma pluriennale di gestione del Fondo Europeo per i Rimpatri che supporta gli stati membri al fine di “migliorare e rendere più coordinata la gestione dei rimpatri” (sia “volontari” che forzati). Per gli anni 2008-2013 sono stati originariamente assegnati all’Italia dall’Unione Europea complessivamente 71 milioni e 63mila euro (considerando i dati sulle assegnazioni affettive per gli anni 2008-2010, sarebbero leggermente diminuiti e pari a 68 milioni). Nel documento di programmazione pluriennale il cofinanziamento complessivo dichiarato dallo Stato italiano è pari a 40milioni e 318mila euro: per il 2013 sono messi in preventivo come quota di cofinanziamento italiano 9milioni e 950mila euro.
Il controllo dei mari e delle frontiere
Poi ci sono le risorse destinate al controllo e alla sorveglianza delle frontiere esterne. Anche in questo caso interviene l’Europa con il Fondo europeo per le Frontiere Esterne. Il contributo inizialmente previsto per l’Italia per gli anni 2007-2013 ammonta a 211 milioni e 556mila euro. Sono stati già effettivamente assegnati tra il 2007 e il 2011 più di 112,7 milioni di euro, non sono ancora noti gli stanziamenti effettivi per gli anni successivi (secondo la programmazione pluriennale pari a 40,193 milioni per il 2012 e a 56,589 milioni per il 2013). Il cofinanziamento da parte dell’Italia inizialmente previsto nel programma pluriennale per l’intero periodo è pari a con 194 milioni e 809mila euro, i dati ad oggi disponibili non consentono di conoscere la quota effettiva di cofinanziamento garantita a livello nazionale. Possiamo solo dire che il budget originariamente previsto per il 2013 risultava più che doppio rispetto a quello del 2007: 106,178 milioni di euro di cui 49,5 a carico dell’Italia. Soldi destinati a rendere sempre più difficile la vita dei migranti che tenteranno di raggiungere il nostro paese per mare o via terra.
Molte le voci di spesa che ci sfuggono (la trasparenza in materie come queste non costituisce la tradizione della pubblica amministrazione italiana) e sulle quali dovremo indagare: prime fra tutte le spese previste per ottemperare gli accordi di cooperazione con i paesi terzi che prevedono una collaborazione nella lotta all’immigrazione illegale.
Le proposte del 2013
Chiusura dei CIE. La chiusura dei Centri di Identificazione e Espulsione; con i 236 milioni previsti nella legge di bilancio per il 2013 per l’attivazione, la locazione e la gestione di nuovi CIE si potrebbe finanziare un programma nazionale di inclusione sociale.
Un Sistema nazionale di protezione contro il razzismo.
In attesa dell’istituzione di un Osservatorio Nazionale contro il Razzismo indipendente dal Governo, è necessario dotare immediatamente l’Unar delle risorse necessarie a garantire un suo efficiente funzionamento. Occorre inoltre supportare le azioni di prevenzione, di denuncia ma anche di tutela delle vittime di razzismo grazie alla creazione di una rete di sportelli legali anti-discriminazione diffusi in tutti i Comuni capoluogo di provincia, per la tutela legale e per la promozione di campagne di sensibilizzazione contro il razzismo. Ciò sarebbe possibile con 25 milioni di euro.
Corsi pubblici e gratuiti di insegnamento della lingua italiana La conoscenza della lingua facilita sicuramente l’inserimento nella società italiana. L’introduzione del cosiddetto “accordo di integrazione” impone l’apprendimento della lingua italiana ai neo-arrivati entro due anni senza stanziare neppure un euro, scaricandone l’onere sui cittadini stranieri e sulle organizzazioni di volontariato. Sì al finanziamento di corsi di lingua pubblici e gratuiti (30 milioni di euro) per migliorare le opportunità di inserimento sociale e di partecipazione alla vita pubblica.
Interventi di inserimento sociale, lavorativo e abitativo dei rom. 50 milioni di euro potrebbero essere destinati alla predisposizione, anche grazie all’auto-recupero, di abitazioni dignitose che consentano ai rom di abbandonare i campi e di partecipare a progetti di inserimento scolastico e lavorativo. Solo una strategia di inclusione complessiva può consentire di porre fine allo scandalo delle politiche dei campi.
Soldi per l’inserimento scolastico di bambini e giovani di origine straniera. Non tagli ma maggiori risorse per la scuola pubblica. Sono più di 756.000 gli alunni e gli studenti di origine straniera che frequentano le scuole italiane. Il nostro sistema scolastico non è preparato. 54 milioni di euro potrebbero essere utilizzati per promuovere iniziative di formazione per gli insegnanti, riorganizzare l’accoglienza e l’inserimento scolastico dei ragazzi di origine straniera, predisporre strumenti di supporto agli insegnanti.
Borse di studio per giovani di origine straniera. 15 milioni di euro consentirebbero di offrire borse di studio di 1000 euro a 15000 giovani di origine straniera interessati ad accedere all’università o a frequentare master universitari favorendo un loro inserimento qualificato nel mercato del lavoro.
Centri di aggregazione giovanile poli-culturali. Non meno ma più risorse destinate ai Centri di aggregazione giovanile che possono offrire occasioni di crescita, di educazione non formale e di socializzazione ai minori italiani e stranieri presenti nei nostri quartieri. A tal fine proponiamo di aggiungere 20 milioni di euro sul Fondo infanzia e adolescenza.
Spazi interculturali e risorse per i giovani “figli dell’immigrazione”. 20 milioni di euro potrebbero supportare l’auto-organizzazione dei giovani di origine straniera interessati a promuovere iniziative sociali e culturali auto-gestite.
Biblioteche poli-culturali per migliorare la vita nelle nostre città. Più di 5 milioni di persone di origine straniera vivono nelle nostre città, ma le nostre biblioteche pubbliche (troppo poche) non ne tengono conto. 22 milioni di euro potrebbero essere destinati all’apertura di biblioteche nuove, a dotare quelle già esistenti di un patrimonio librario plurilinguistico e a consentire un orario di apertura prolungato che faciliti l’accesso a chi lavora.