Di seguito il comunicato della conferenza stampa del Progetto Rebeldia che si è tenuta il 13 aprile di fronte agli uffici di Confcommercio, che ha guidato commercianti, proprietari di case ecc..del litorale pisano contro l’accoglienza presso lo stabile dell’ex-ortopedia di Calambrone dei 70 tunisini arrivati a Pisa, all’insegna di striscioni, interviste e interventi dei più razzisti.
Le istituzioni pubbliche interrompano i rapporti con Confcommercio
No a forme di complicità con chi fomenta xenofobia e razzismo
Oggi, come associazioni del Progetto Rebeldia, ci ritroviamo davanti alla sede locale di Confcommercio, per esprimere la nostra netta contrarietà verso le posizioni che questa organizzazione ha assunto a proposito dell’accoglienza dei profughi tunisini, in arrivo da Lampedusa. Il presidio organizzato a Calambrone, davanti alla struttura inizialmente designata dalla Regione per l’accoglienza dei migranti, ha avuto secondo noi contenuti inaccettabili. Confcommercio ha chiamato i propri aderenti alla protesta contro l’accoglienza dei profughi sul nostro territorio tout court, adducendo come motivazione pressochè unica la (presunta) rovina della stagione turistica.
Nel corso del picchetto organizzato davanti all’ex Ospedale di Calambrone, i manifestanti hanno attaccato striscioni con slogan xenofobi (“No ai clandestini invasori” ed altri dello stesso tenore); hanno più volte intimidito e minacciato i giornalisti, i lavoratori chiamati ad allestire la struttura di accoglienza, e persino i passanti e gli automobilisti che cercavano di farsi largo tra la folla. Tra le confuse e rissose dichiarazioni rilasciate alla stampa, spiccava quella – più volte ripetuta dai manifestanti – per cui la struttura di accoglienza si trova vicino alle scuole: come se si stessero per accogliere “barbari invasori”, non profughi in fuga da una drammatica crisi umanitaria.
Confcommercio non solo non ha detto una parola su questi comportamenti, ma ha cercato di minimizzare un altro fatto di gravità inaudita: la devastazione notturna dell’ex Ospedale, operata da ignoti, che hanno reso inagibile la struttura. “Non c’è stata nessuna devastazione, il palazzo era già inagibile”: questa la risposta di Confcommercio di fronte all’evidenza dei fatti.
Le associazioni del Progetto Rebeldia sono qui, oggi, non solo per protestare contro questo comportamento inqualificabile, ma anche per stigmatizzare le risposte venute dagli attori istituzionali. A seguito di vicende così gravi, infatti, le istituzioni locali e regionali hanno scelto di rinunciare alla struttura di Calambrone, avallando così implicitamente la legittimità della protesta, e dando il segnale che manifestazioni del genere “pagano”, ottengono risultati. Non solo: mentre il Sindaco e la Giunta hanno condannato duramente gli atti vandalici, non altrettanto hanno fatto nei confronti del comportamento di Confcommercio, che ha guidato una protesta dai contenuti inaccettabili, finalizzata esplicitamente all’allontanamento dei profughi.
L’organizzazione dei commercianti, forte dei risultati così ottenuti, ha ritenuto di rilanciare ulteriormente, chiedendo poi l’allontanamento di rom e venditori ambulanti dal litorale: l’obiettivo, dunque, non sono solo i profughi in arrivo dalla Tunisia, ma tutti i migranti. Una vera e propria “pulizia etnica” del litorale, che riteniamo inaccettabile.
Siamo qui per ribadire dunque che esiste un’altra città , fatta di centinaia e centinaia di volontari che in queste ore stanno affluendo nelle organizzazioni del volontariato per dare il loro contributo all’accoglienza dei profughi; e per chiedere al Sindaco e alla Giunta di interrompere le proprie relazioni con Confcommercio, che fino ad oggi è stata considerata un vero e proprio “interlocutore privilegiato” di questa amministrazione.
Progetto Rebeldia