Ieri il Presidente del Consiglio ha riferito alla Camera e al Senato in merito alle richieste che il governo italiano porterà oggi alla riunione del Consiglio Europeo straordinario sull’immigrazione.
Dopo aver sottolineato “l’aspetto di cordoglio, e di gratitudine” alle forze dell’ordine e agli operatori e operatrici che si fanno carico dell’accoglienza, il premier Renzi ha insistito sull’importanza di un piano, quello politico, “perché o c’è la politica, intesa come capacità, complessa, di dare risposte ad un mondo articolato, oppure non andiamo da nessuna parte”.
Risposte ad un mondo articolato: si, perché il fatto che molte persone si vedano costrette a fuggire dal proprio paese riflette l’esistenza di conflitti, crisi, squilibri, che destabilizzano gran parte del mondo. Perché queste persone “vengono da Paesi in cui la fame, la guerra, le divisioni la fanno da padrone”. Ci si aspetterebbe quindi, al di là della retorica politica, la presentazione di proposte concrete contro le situazioni elencate dal premier – che sono alla base delle attuali migrazioni – e a favore della protezione delle persone, dei “nostri fratelli e sorelle che muoiono in mare” come ha affermato il Presidente del Consiglio. Vediamo dunque le “quattro strategie di direzione” descritte dal premier, proposte dall’Italia in vista del Consiglio straordinario di oggi. “La prima è quella di rafforzare le operazioni europee”, intendendo con esse in primo luogo Triton e poi Poseidon, “che riguarda più la Grecia”, anche in funzione dell’ “aumento degli sbarchi che arrivano anche da quell’area del mondo (Siria e Iraq) e la vicenda di Rodi” (ossia l’incidente di una barca sulle coste greche, che ha provocato la morte di tre persone, tra cui un bambino: per approfondimenti vedi qui http://www.internazionale.it/video/2015/04/22/sbarco-grecia-rodi).
La seconda strategia è “combattere i trafficanti di uomini”, “gli schiavisti del XXI secolo”: “una questione di giustizia e di dignità della persona umana”, ha affermato il premier, che comunque sottolinea come questa misura non servirà a fermare “la pressione che si esercita e arriva fino ai confini libici”.
La terza strategia si riferisce al tentativo di “scoraggiare alla radice la partenza di queste donne e di questi uomini dalla loro terra”. In che modo? Secondo il Presidente del Consiglio “quando una persona mette la propria vita a rischio perché deve uscire da una situazione in cui tagliano le teste a quelli che gli stanno accanto, scoraggiare la partenza non si fa con una generica dichiarazione, si fa mettendo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati in Niger, in Sudan”, “significa avere forte una presenza delle organizzazioni internazionali nell’area del sud della Libia”, significa “che le procedure per l’asilo siano gestite con un team europeo”.
Il quarto e ultimo punto “è quello di far sì che nella discussione di queste ore vi sia un atteggiamento di particolare urgenza verso le vicende più emergenziali”. Una sollecitazione che Renzi ha rivolto all’Unione europea: “Noi siamo l’Italia, come tale abbiamo il dovere di reagire e stiamo reagendo da mesi, vorrei dire da anni, ma la reazione da sola, nobile e generosa, non basta. Il passaggio successivo della reazione è la strategia politica e la strategia politica significa chiedere all’Europa di fare l’Europa, non soltanto quando c’è da fare il budget, ma mettere quindi l’Europa in condizione di avere una strategia complessiva”.
Le considerazioni generali da fare sarebbero tante. Ad esempio, che risulta piuttosto ipocrita ringraziare, come capo di un governo, chi si adopera per salvare le persone e chi lavora per accoglierle, senza dotarle però degli strumenti necessari per farlo al meglio, senza procedere ai necessari controlli e monitoraggi – utili anche per scongiurare infiltrazioni criminali -, lasciandole invece a lavorare in condizioni perennemente emergenziali e precarie. Così come è ipocrita parlare di “giustizia e dignità umana” quando nel nostro paese esistono situazioni lavorative al limite dello schiavismo, rese possibili anche da una legge che, legando la permanenza legale di una persona al posto di lavoro, le toglie la dignità di essere umano e la relega a un ruolo meramente produttivo.
Ma la contemporaneità del Consiglio straordinario impone anche una riflessione più puntuale sulle strategie proposte dall’esecutivo italiano. Che non incrinano in alcun modo la piega finora assunta dall’Europa: ossia, più controlli e lotta ai trafficanti. Il governo italiano chiede il rafforzamento di operazioni europee che, come abbiamo tragicamente davanti agli occhi, non riescono a salvare vite umane, avendo come mandato “la difesa dei confini”. La strage di Rodi, citata dal premier, ne è l’ennesimo esempio.
La lotta ai trafficanti, che sicuramente deve essere portata avanti per porre fine alle atroci sofferenze di troppe persone, non si fa in altro modo se non rendendo legali e sicuri gli accessi alla protezione internazionale e all’Europa: tutte le altre misure sono meri palliativi.
Il fatto di “scoraggiare alla radice la partenza di queste donne e di questi uomini dalla loro terra” va di pari passo con la risoluzione dei conflitti e delle situazioni di povertà: condizioni che non si risolvono velocemente. Ma non sarà l’esternalizzazione delle procedure per le richieste di asilo, o la presenza dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati nelle zone più critiche del pianeta, a porre fine alle sofferenze delle persone, e dunque alla loro giusta fuga verso paesi dove si sta meglio.
Infine, “l’urgenza verso le vicende più emergenziali”: la vera emergenza è il ritardo con cui i governi europei, compreso quello italiano, rispondono a una situazione, prevedibile e prevista, di fronte a una grande crisi umanitaria.
“Io sono molto ottimista – ha concluso Renzi – sul fatto che l’Unione europea possa finalmente cambiare passo, perché ho visto la reazione di queste ore, perché credo che la convocazione di un Consiglio europeo straordinario sia un passo straordinario nelle procedure dell’Unione”.
La cosa davvero straordinaria è che dall’inizio del 2015 siano morte più di 1500 persone nel Mar Mediterraneo, e che sia servita una strage di 900 persone per convocare il Consiglio europeo. E’ straordinario che si parli ancora, in questa situazione, di operazioni militari e di difesa dei confini. E’ straordinario che i punti anticipati dal commissario europeo sull’immigrazione (http://sostieni.cronachediordinariorazzismo.org/ue-unagenda-che-non-promette-niente-di-buono/) parlino ancora di controllo delle frontiere, di lotta all’immigrazione irregolare, e non di protezione e esseri umani. E’ vergognosamente e drammaticamente straordinario.
I resoconto stenografici delle sedute sono disponibili qui: