Ve la ricordate la famosa ‘legge Harlem’? Il consiglio regionale della Lombardia l’aveva approvata frettolosamente nel febbraio 2012: dettava nuove norme in materia di commercio e di artigianato “etnico”. Un freno tutto leghista alla nascita di nuovi kebab, phone center e centri massaggi. La legge, sostenuta dalla maggioranza Pdl-Lega, oltre a limitare la concentrazione di negozi “etnici”, ha introdotto anche l’obbligo di parlare italiano (ed esporre le informazioni sulla merce nella stessa lingua) per i gestori di esercizi commerciali destinati alla vendita di alimenti e l’equiparazione dei centri massaggi orientali ai centri estetici, in modo da estendere a questi gli stessi standard di qualità.
Il Consiglio dei Ministri ha annunciato con un comunicato stampa di aver impugnato la legge Harem davanti alla Corte Costituzionale, poiché viola principi fondamentali europei e nazionali. “La Legge della Regione Lombardia n. 3 del 27 febbraio 2012 – spiega il comunicato – contiene disposizioni restrittive in materia di esercizio di attività commerciali da parte di cittadini di Paesi non europei e dell’Unione Europea che contrastano con i principi comunitari e statali in materia di condizione giuridica degli stranieri, tutela della concorrenza e disciplina delle professioni con violazione dell’articolo 117, commi 1, 2, lett. a e lett. e), e 3, della Costituzione, e in materia di rilascio e rinnovo delle concessioni del suolo pubblico per l’esercizio del commercio che contrastano con la normativa statale e comunitaria in materia di servizi con violazione degli art. 117, commi 1 e 2, lett. e), della Costituzione”.
Attendiamo ora la pronuncia della Corte Costituzionale.