Giovedì 18 ottobre un cittadino romeno di 55 anni si e’ dato fuoco davanti al Quirinale, poco prima delle 14. L’uomo è ora ricoverato all’ospedale Sant’Eugenio.
In Italia da 14 anni, lavorava come autista per una ditta di autotrasporti trentina. Da tempo l’uomo lamentava una situazione lavorativa particolarmente pesante, in cui si sentiva vittima di mobbing e di discriminazioni razziste. Aveva cercato di attirare l’attenzione sulla situazione in diversi modi: dopo varie denunce e uno sciopero della fame, era andato addirittura davanti alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo a Strasburgo, con dei cartelli in cui denunciava la condizioni in cui diceva di trovarsi. A marzo aveva pubblicato un filmato su YouTube nel quale si rivolgeva al Presidente della Repubblica Napolitano, in cui spiegava come, da tre anni, la ditta usava contro di lui “un terrorismo psicologico basato su discriminazioni. In questi anni – spiegava nel video – dal mio datore di lavoro ho subito offese razziali, minacce di violenza fisica, isolamento, manomissioni della mia postazione lavorativa e continue critiche. Non sono venuto in Italia per chiedere l’elemosina, pago le tasse. Chiedo solo gli stessi diritti degli altri lavoratori”.
A fine aprile, l’uomo è stato licenziato “per giusta causa”: una decisione che aveva reso la sua condizione ancora più critica, come spiega alla stampa Fedele Mandarano, un sindacalista della Cgil: “Era maggio quando mi ha giurato che l’avrebbe fatto. Lui brandiva la nostra bandiera e diceva: “Mi darò fuoco davanti al Quirinale”. Lo abbiamo portato dagli assistenti sociali. Siamo riusciti a fargli avere l’assegno di disoccupazione. Il problema è che ha patito il licenziamento in maniera devastante».
Al licenziamento erano seguiti altri video, pubblicati su You tube, in cui si rivolgeva direttamente al datore di lavoro “Ci hai rubato tutto, anche la libertà. Sei un ladro!”.
Per questo video è stato rinviato a giudizio per diffamazione, udienza fissata il prossimo 24 gennaio. Il provvedimento gli è stato notificato la scorsa settimana. Forse proprio quest’ultimo episodio, arrivato dopo tutte le sue segnalazioni cadute nel vuoto, lo ha spinto a darsi fuoco davanti al Quirinale.