È stato presentato oggi alle ore 11.00 sul canale YouTube dell’Associazione Centro Astalli, dal presidente Padre Camillo Ripamonti, il “Rapporto annuale 2020 – Attività e servizi del Centro Astalli”.
Come ogni anno, il Centro Astalli (sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati-JRS), ha redatto un rapporto aggiornato sulle condizioni dei rifugiati e dei richiedenti asilo che hanno trovato assistenza nell’ultimo anno presso le sue strutture presenti in tutto il paese. L’obiettivo del rapporto è quello di “capire attraverso dati e statistiche quali sono le principali nazionalità degli oltre 20mila rifugiati e richiedenti asilo assistiti, di cui 11mila a Roma; quali le difficoltà che incontrano nel percorso per il riconoscimento della protezione e per l’accesso all’accoglienza o a percorsi di integrazione.”
La presentazione del Rapporto si è aperta con un videomessaggio augurale da parte del Ministero degli Interni, rappresentato dal sottosegretario Achille Variati il quale ha sottolineato l’importanza del lavoro di accoglienza svolto dal Centro, soprattutto in un periodo di crisi sanitaria come quello che stiamo attraversando.
Padre Ripamonti, fornendo uno sguardo sovranazionale, ha affermato che “la vera emergenza non sono gli arrivi ma le troppe persone che abbandoniamo alle frontiere esterne dell’Europa […] Rabbrividiamo ogni giorno ascoltando i numeri della pandemia […] eppure a ben vedere nella sola Siria tra rifugiati e morti nella guerra che imperversa da ormai 9 anni si sono raggiunti gli stessi numeri dell’intero scenario mondiale causato dal Covid-19”.
A tal proposito, è intervenuto anche il Cardinale Mario Zenari, da 11 anni rappresentante del Papa in Siria. Il Cardinale ha parlato della “Via Dolorosa” che 12 milioni di siriani (circa la metà della popolazione), devono “percorrere” ogni giorno; si tratta della catastrofe umanitaria provocata dall’uomo più grave dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Una catastrofe che però viene troppo spesso dimenticata e, come affermato da Papa Francesco, avvolta da una “coltre di silenzio”.
Un silenzio, come sottolineato da Padre Ripamonti, che riguarda non solo la guerra in Siria, ma tanti altri conflitti nel mondo che costringono milioni di persone a fuggire e cercare rifugio, rifugio che viene loro negato frequentemente: “In Italia nel 2019 sono sbarcate poco più di 11mila persone. Nonostante la pandemia ci abbia dimostrato che i confini non esistono, anche nel 2019 con arroganza abbiamo chiuso i porti”.
Il Presidente del Centro Astalli ha poi parlato delle criticità e delle problematiche, evidenziate dai dati raccolti nel Rapporto, causate dall’entrata in vigore dei “Decreti Sicurezza” del 2019. “In tutti i servizi si sono fatti sentire gli effetti dell’entrata in vigore dei Decreti Sicurezza, non tanto sul numero delle persone che abbiamo assistito ma sulla loro vita che è divenuta sempre più precaria.” La rigidità legale e il sovraccarico burocratico delle procedure da seguire per l’ottenimento del permesso di soggiorno hanno spinto molti migranti in una condizione sempre peggiore di precarietà e invisibilità.
Il recente “Decreto Rilancio” fa ben sperare, e Padre Ripamonti ha ringraziato il Governo per quanto fatto, ma non è sufficiente. Si può e si deve fare di più: “Le parole integrazione /inclusione sono praticamente sparite dalle agende politiche e questo ha portato a una dis-integrazione, nel senso di una cattiva o in molti casi di una mancata integrazione, perché sono mancati i presupposti adeguati, ma a livello sociale questo sta portando a una vera e propria disintegrazione, a una divisione, a una distruzione di quel tessuto sociale che va curato e accompagnato per la costruzione di una comunità di vita.” Il Centro Astalli ha attivato una serie di progetti nel 2019 (“Centro Matteo Ricci”, “Generazione Intercultura 2.0”, per citarne due) in questo senso, per fare uscire molti migranti dall’isolamento sociale in cui sono confinati.
In seguito, è intervenuto l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi. “Oggi le persone in fuga dai e nei propri Paesi e altri che soffrono forme diverse di esilio forzato sono più di 70 milioni. Una terribile cifra che continua ad aumentare anno dopo anno. Per non parlare dei milioni di apolidi privati del diritto alla cittadinanza.” Grandi ha sottolineato come la Comunità Internazionale non riesca ancora a trovare soluzioni efficaci per risolvere conflitti e crisi che portano queste persone a fuggire e cercare sicurezza lontano dalle proprie terre. L’emergenza Covid-19 ha reso la situazione ancora più drammatica: “il 90% dei rifugiati vive in paesi dove le strutture sanitarie sono fragilissime […] l’impatto sanitario del Covid-19, se dovesse propagarsi in modo esponenziale anche in questi paesi, sarebbe catastrofico.” Per questo motivo, a maggior ragione “non dobbiamo voltare le spalle a chi fugge in cerca di salvezza”. Grandi ha sottolineato il significativo lavoro effettuato dal Centro Astalli, ancora più evidente in un momento di crisi sanitaria.
Padre Ripamonti ha concluso la presentazione del Rapporto ribadendo l’importanza delle attività che il Centro Astalli porta avanti nelle scuole italiane. Gli incontri con gli studenti e le studentesse in diversi Istituti sparsi sul territorio nazionale sono “imprescindibili per costruire ponti di incontro e condivisione”. Il presidente del Centro ha poi ringraziato tutti i volontari e gli operatori che hanno reso possibile la realizzazione del Rapporto.
I dati e le statistiche presenti nel Rapporto 2020 sono arricchiti dalle fotografie realizzate da Francesco Malavolta, che come affermato da Padre Ripamonti “mostrano il dono che i rifugiati sono per ognuno di noi”.
È possibile scaricare il rapporto sul sito www.centroastalli.it, dove sarà anche possibile leggere e vedere gli interventi della presentazione di oggi.