La poliziotta francese Sihem Souid non potrà essere reintegrata nelle forze dell’ordine francesi. La decisione è stata presa dal tribunale amministrativo di Parigi a metà agosto, in una battaglia legale che dura dal gennaio 2010, ed è iniziata subito dopo la pubblicazione del suo libro “Omerta dans la police”. Nel libro la trentenne tunisina aveva denunciato abusi di potere, corruzione, ma soprattutto atti di razzismo, sessismo e omofobia da parte della polizia francese. La sua è una testimonianza dall’interno, in quanto dal 2006 è stata in servizio presso la polizia di frontiera dell’aeroporto di Orly, occupandosi dei fermi e dei respingimenti degli immigrati irregolari. Subito dopo la pubblicazione del suo libro, era stata oggetto di un richiamo disciplinare e trasferita in un ruolo amministrativo presso la Prefettura di Parigi. Ma la poliziotta ribelle non ha accettato l’imposizione del silenzio e ha continuato a rilasciare interviste, in cui ha segnalato addirittura episodi di violenza sessuale all’interno dei commissariati. E così il 26 luglio scorso il ministro dell’Interno Claude Guéant, ex braccio destro di Sarkozy all’Eliseo, ha deciso di sospendere per 18 mesi la donna dalle sue funzioni, accusandola di violazione del segreto professionale e oltraggio al corpo di polizia. Lei ha dichiarato di non poter tacere di fronte a quello che ha visto, in quanto profondamente in conflitto con quei principi repubblicani che la polizia, paradossalmente, dovrebbe tutelare. E’ decisa ad andare avanti, nonostante le minacce e le persecuzioni siano entrate anche nella sua vita da comune cittadina. Lo scorso marzo, ad esempio, ignoti sono entrati nella sua abitazione derubando il suo computer . “Tutti i fatti riportati sono basati su testimonianze, documenti, verbali, documenti ufficiali, report e memo. Con questo libro potrei perdere il lavoro ma se la verità è il prezzo, non ho rimpianti “, ha dichiarato la donna.