Sarebbero almeno trecento le persone ferite dalla polizia macedone a Idomeni, al confine greco-macedone. Lo riporta Medici Senza Frontiere, denunciando le pesanti violenze perpetrate dalle forze dell’ordine ai danni di donne, uomini e bambini. Secondo le testimonianze dei medici, la polizia macedone avrebbe utilizzato proiettili di gomma, bombe sonore e gas lacrimogeni contro i migranti. Non solo: “Almeno dieci persone hanno raccontato di essere state picchiate dalla polizia macedone”, spiegano i membri della ong. Da più un mese oltre 12.000 persone sono bloccate a Idomeni, in quello che è un vero e proprio campo profughi al confine tra la Grecia e la Macedonia. Trattenute senza alcuna possibilità di spostarsi e in condizioni di estrema precarietà, ieri sono state raggiunte da una voce – poi rivelatasi falsa- dell’apertura del confine con la Macedonia, chiuso alla fine di febbraio. Quando la voce è stata smentita, alla speranza di poter finalmente proseguire il proprio viaggio verso il nord Europa si è sostituita la frustrazione: circa cinquecento persone hanno provato ad attraversare la barriera fisica che, insieme agli altri muri costruiti in questi mesi, blocca la cosiddetta “rotta balcanica” (qui una mappa dettagliata e aggiornata).
All’esasperazione dei profughi la polizia macedone ha risposto con gas lacrimogeni, granate assordanti, proiettili di gomma (proiettili che la polizia macedone ha dichiarato di non aver utilizzato). La polizia greca non ha preso parte all’azione repressiva. Molto grave e pesante il bilancio delle violenze: “Le nostre équipe hanno trattato circa 300 persone, tra cui 200 avevano problemi respiratori dovuti ai gas lacrimogeni”, spiegano i medici di Msf, sottolineando che “solo nella clinica di Msf all’interno del campo, circa 30 bambini tra i cinque e i quindici anni hanno ricevuto cure mediche per gli effetti dei lacrimogeni”. Non solo: “Due giovani pazienti hanno detto di essere stati portati in territorio macedone insieme ad altre dieci persone e di essere stati picchiati per un’ora dalla polizia”. Le denunce dei medici proseguono: “Tre bambini avevano ferite alla testa causate dai proiettili di gomma. Le persone all’esterno della clinica urlavano e molte di loro avevano in mano quei proiettili”, ha riportato Achilleas Tzemos, uno dei responsabili di Msf presente a Idomeni, sottolineando che “oltre trenta pazienti hanno ricevuto assistenza psicologica perché erano in stato di shock. Sette persone con ferite aperte o sospette fratture sono state trasferite in un ospedale locale”, l’ospedale di Kilkis.
“Le persone hanno bisogno di essere trattate con dignità, non con la violenza o con imprevedibili chiusure delle frontiere” ha affermato Jose Hulsenbek, capo missione di Msf in Grecia, parlando di una “crisi umanitaria creata dalle politiche degli stati europei”. Politiche che di fatto bloccano persone in fuga da guerre e conflitti, impedendo loro di esercitare il diritto alla protezione. Quanto successo ieri “è il risultato inevitabile – ha proseguito Hulsenbeck – della decisione di tenere migliaia di persone intrappolate in Grecia, un paese che non è in grado di rispondere ai bisogni umanitari e di protezione di quanti stanno cercando sicurezza in Europa”. Bisogni umanitari che evidentemente l’Unione europea, gli stati membri, e quelli limitrofi – come la Macedonia-, hanno deliberatamente deciso di ignorare.
Qua sotto un video in cui è possibile vedere le immagini di quanto avvenuto.
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