Gianna Gancia, ex presidente della Provincia di Cuneo, ora capogruppo in Regione Piemonte della Lega Nord e, nella vita, compagna di Roberto Calderoli, commenta l’attacco al Museo Bardo di Tunisi, dove hanno perso la vita 4 cittadini italiani, intervenendo durante la presentazione dell’iniziativa del 28 marzo prossimo contro la giunta Chiamparino, e a poche ore dei funerali per le vittime: “Il rispetto e il cordoglio per le vittime di Tunisi sono fuori discussione, ma basta ipocrisia sul fondamentalismo. Tutti – rimarca Gancia – erano in prima fila al funerale di Charlie Hebdo, le cui vignette estreme andavano bene. Mentre quando noi diciamo la verità, tutti addosso alla Lega. Per la cronaca – aggiunge – proprio in queste settimane sono impegnata in numerosi convegni sulla figura della donna come antidoto all’avanzata del fondamentalismo islamico, però guarda caso i media queste iniziative le snobbano (…) Il cordoglio va bene, ma quelli che sono morti a Tunisi ci criticavano affermando che eravamo razzisti. Lo dico anche se mi rendo conto che si tratta di un’affermazione forte. Sulle nostre grida d’allarme, i fatti ci hanno dato ragione”. La consigliera leghista cerca, poi, goffamente, di correggersi: “Pardon, mi sono espressa male: Chiamparino e Fassino dicevano che eravamo razzisti, basta retorica”. Lo stesso Cota, presente anche lui alla presentazione, resosi conto dello scivolone, cerca di andare in soccorso alla collega: “Siamo veramente molto dispiaciuti per quanto è successo a Tunisi e esprimiamo il nostro più profondo cordoglio ai familiari delle vittime. Questo è il dolore. Se poi però si vuole parlare di politica, allora bisognerebbe dire le cose come stanno: se qualcuno pensa di fare sulla pelle delle persone delle manifestazioni politiche di piazza sbaglia. Chi anni fa contestava la Lega, accusandola di razzismo, oggi dovrebbe vergognarsi”.
Dichiarazioni inopportune che non hanno bisogno di nessun commento.