Per Luca Traini, giovane di 28 anni, che per “vendetta” sparò a 6 cittadini stranieri (noi ne avevamo parlato qui e qui), e accusato di strage, tentato omicidio e danneggiamenti aggravati dai motivi di odio “razziale”, è stato fissato il giudizio per direttissima che si terrà il 9 maggio davanti alla Corte d’Assise di Macerata. Una data in cui Traini vorrebbe risarcire almeno in parte tutte le persone ferite e offese dal suo ‘raid punitivo‘, sebbene una recente perizia psichiatrica della difesa l’abbia definito “incapace di intendere e di volere”. Un interessante articolo scritto da Annalisa Camilli, giornalista di Internazionale, cerca di fare il punto, invece, dalla parte delle vittime, che a distanza di due mesi, ancora fanno fatica a riprendersi dalla paura. In attesa che si arrivi al 9 maggio, la gente reagisce, in piazza, da destra e da sinistra. Le voci della provincia s’incrociano. “Dopo la morte di Pamela Mastropietro e la tentata strage razzista di Luca Traini, la violenza è tornata al centro della discussione in una città che in tutti i modi prova a rimuoverla“, conclude Camilli. “Macerata deve fare i conti con almeno quattro fantasmi: la violenza sul corpo di una donna, il razzismo cieco contro i neri, l’indulgenza verso i carnefici e infine la grande diffusione di sostanze stupefacenti in un territorio che ha tassi di morte per overdose superiori alla media nazionale“. Qui di seguito l’articolo.
Ha sentito una macchina arrivare da dietro le spalle. L’auto ha sterzato, il finestrino si è abbassato. Un uomo calvo con un pizzetto sul mento lo ha guardato con gli occhi sbarrati. Ha alzato la pistola e ha sparato. Festus Omagbon ricorderà per sempre gli occhi fermi di Luca Traini quando gli è apparso davanti con una pistola puntata. A due mesi dalla tentata strage di Macerata, Omagbon torna spesso con la testa a quel sabato mattina di febbraio. Ma non è l’unico.
Macerata, una tranquilla cittadina delle Marche, non trova pace da quando è finita sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo. “Macerata come l’Alabama, Macerata come il Bronx”. In città fino a pochi giorni prima si discuteva al massimo della pedonalizzazione del centro cittadino, poi è arrivato il fantasma di Pamela Mastropietro a turbare le notti della provincia.
Il corpo della ragazza di 18 anni, tossicodipendente, è stato ritrovato nelle campagne di Pollenza, era stato fatto a pezzi e nascosto in due valige. Per la morte di Mastropietro è stato arrestato lo spacciatore Innocent Oseghale. Ma gli investigatori non sono riusciti a chiarire le circostanze dell’omicidio, nella prima fase non riuscivano a stabilire se la ragazza era morta di overdose o era stata uccisa. Hanno fermato tre nigeriani. Dopo due mesi un’indagine della scientifica ne ha scagionati due. Secondo la polizia, non erano presenti nella casa di via Spalato dove è avvenuto l’omicidio.
Nonostante la confusione delle informazioni sulla morte di Mastropietro, Luca Traini, un neonazista di Tolentino, candidato della Lega alle amministrative del giugno del 2017 a Corridonia, ha deciso che i responsabili della morte di Mastopietro erano i nigeriani di Macerata e che i neri in generale sono un problema per la città. Per questo, a quattro giorni dal ritrovamento del corpo, ha preso la sua pistola Glock e la sua Alfa nera e si è messo a girare per Macerata sparando ai neri. Ha aperto il fuoco in dieci punti della città, esplodendo in tutto trenta proiettili e colpendo almeno sei persone. I feriti non avevano mai incontrato l’aggressore prima che alzasse la pistola contro di loro.