Con la primavera riprendono gli arrivi dei migranti via mare, e scatta la consueta “emergenza”.
Le prime pagine dei quotidiani e alcune dichiarazioni allarmistiche dei ministri inducono l’opinione pubblica a pensare che i migranti arrivino in Italia prevalentemente sui “barconi”. Ma è davvero così? I dati ci dicono di no. In media negli ultimi 9 anni sono sbarcati in Italia 26mila migranti l’anno ma le variazioni tra un anno e l’altro sono significative.
Le circa 22mila persone giunte via mare nel 2005 e nel 2006, dopo una lieve diminuzione nel 2007, sono diventate quasi 37mila nel 2008. Nel 2009 e nel 2010 gli arrivi sono diminuiti notevolmente per poi aumentare in modo repentino nel 2011, in concomitanza con le cosiddette rivoluzioni arabe.
Ma, tutto sommato, si è trattato – come dicono i numeri – di poco più del doppio di un “normale” anno di arrivi in un paese – l’Italia – considerato dal “sud del mondo” sano, democratico e prospero. Dopo un altrettanto repentina diminuzione degli sbarchi nel 2012, anno in cui sono giunte sulle coste italiane 13.267 persone, nel 2013 gli arrivi sono tornati a crescere e hanno coinvolto 42.925 persone. Si tratta in grandissima parte di profughi e richiedenti asilo provenienti dalla Siria, dall’Eritrea e dalla Somalia.
Nel 2013 la maggior parte dei migranti è partita dalle coste della Libia (27.314 persone), dall’Egitto (9.215 migranti) e dalla Turchia (2.077).
Il principale paese di origine, invece, sulla base delle dichiarazioni rese al momento dello sbarco, è la Siria (11.307 migranti): l’anno precedente, i cittadini siriani sbarcati erano stati solo 582.
Seguono l’Eritrea con 9.834 migranti, la Somalia con 9.263 migranti, e l’Egitto con 2.618 migranti.
Dei 42.925 migranti affluiti sulle coste italiane nel 2013, quelli soccorsi in mare sono stati 37.258.
Secondo i dati parziali relativi all’anno 2014, forniti alla Camera da parte del Ministro dell’Interno, al 16 aprile risultavano arrivate in Italia via mare “oltre 20.500 persone” di cui solo 155 sono di nazionalità tunisina. “I paesi più rappresentati sono, invece, l’Eritrea con 3.618 persone, la Somalia con 1.921, il Mali con 1.753, il Gambia con 1.239, la Nigeria con 888, il Senegal con 780, e il Pakistan con 580.”
La gran parte delle imbarcazioni, 121 su 144, è giunta da porti libici.
Benché il numero di arrivi sia superiore rispetto a quello registrato nello stesso periodo nell’anno precedente, non siamo di fronte a un'”invasione” come i titoli di molti quotidiani tendono a farci credere.
Piuttosto, il vero problema che dobbiamo affrontare è quello dell’approntamento di un sistema nazionale coordinato ma diffuso sul territorio che sia in grado di offrire un’accoglienza dignitosa ai migranti che arrivano via mare.