“Non ci sono soldi più per l’assistenza”, “siamo in crisi e prima vengono gli italiani”: è diffusa l’opinione comune che la presenza di cittadini stranieri eserciti un effetto negativo sulla finanza pubblica e metta a rischio la sostenibilità del nostro sistema di welfare, già duramente colpito dalle politiche di contenimento della spesa pubblica.
La crisi economico-finanziaria iniziata nel 2008 ha radicato ulteriormente questa convinzione, anche grazie a discorsi politico-istituzionali demagogici e sviluppati sulla base di assunti privi di fondamento. Sono numerose le iniziative istituzionali, soprattutto locali, finalizzate a ostacolare l’accesso dei cittadini stranieri ai servizi e alle prestazioni sociali, e molti messaggi elettorali cercano di contrapporre tra loro i cittadini stranieri e quelli italiani.
La presenza dei cittadini stranieri mette a rischio la garanzia di alcuni diritti sociali: è questa l’idea che si cerca di diffondere nell’opinione pubblica, e così istruzione, sanità, pensioni, assistenza sociale diventano diritti che “devono essere garantiti prima ai cittadini nazionali”.
Ma è proprio vero che sono i cittadini stranieri i responsabili dell’insufficienza dei nostri servizi sociali, per l’infanzia, sanitari e assistenziali?
Quanto della spesa pubblica per istruzione, sanità, pensioni, disoccupazione, carceri e protezione sociale è imputabile alla popolazione straniera rispetto a quella totale? Vediamolo, tenendo conto delle differenze anagrafiche che caratterizzano le due popolazioni e del diverso ricorso ad alcuni servizi e prestazioni.
Il prospetto sopra riportato indica per ciascuna categoria di spesa l’anno di riferimento, l’ammontare complessivo erogato e la stima delle uscite riconducibili esclusivamente a beneficiari stranieri. Le ultime due colonne riportano rispettivamente il peso, in proporzione, della spesa destinata agli stranieri sul totale della singola voce di spesa e sul totale della spesa stimata per gli stessi.
Per il singolo anno fiscale 2011 le erogazioni complessive destinate ai cittadini stranieri sono stimate in circa 15 miliardi di euro.
Complessivamente, i cittadini stranieri incidono per il 3,36% sul totale della spesa pubblica sociale. La loro presenza ha però un’incidenza nettamente superiore, pari al 7,54% della popolazione totale nell’anno di riferimento. Nel complesso, ad eccezione della spesa per le carceri – settore in cui, come nella scuola, la maggior parte delle uscite è destinato agli stipendi del personale, ad oneri finanziari, beni e servizi che non risultano sempre correlati al numero degli utenti – , la parte di spesa riconducibile ai cittadini non italiani non supera mai il 15% del totale.
La voce di spesa per la quale si registra la minore incidenza dei cittadini stranieri è quella per le pensioni: in questo caso, infatti, soltanto lo 0,52% delle uscite totali ha come beneficiari cittadini non italiani. Infine, solo una piccola parte della spesa complessiva, pari a 258 milioni di euro (l’1,23%), è stata destinata dai Comuni ai servizi e agli interventi sociali specificamente rivolti ai cittadini stranieri.
I cittadini stranieri beneficiano relativamente meno in termini di spesa pubblica erogata in un singolo anno fiscale se confrontati con i cittadini italiani, anche a causa della loro concentrazione nelle classi di età più giovani e l’utilizzo ancora limitato del sistema previdenziale.
Non ci sono quindi elementi fondati che dimostrino che gli stranieri abbiano un impatto negativo sulla sostenibilità del nostro sistema di welfare, almeno nel breve termine.
Nel lungo termine la promozione di politiche che favorissero l’inserimento dei cittadini stranieri nel mondo del lavoro regolare, agevolandone la stabilizzazione e favorendone l’ingresso nel mercato del lavoro con qualifiche più elevate, sarebbe il modo migliore per mantenere e rafforzare l’equilibrio tra quanto essi versano sotto forma di contributi e tasse e ciò che ricevono in forma di prestazioni sociali.
Per maggiori dettagli:
http://www.lunaria.org/wp-content/uploads/2013/11/i_diritti_non_sono_un_costo-tot..pdf