Un dibattito pubblico distorto induce a sovrastimare l’incidenza dei cittadini stranieri sul complesso della popolazione. Ma quanti sono davvero i cittadini stranieri nel nostro paese?
Secondo i dati statistici ufficiali più recenti, al primo gennaio 2013 i cittadini stranieri stabilmente residenti sono 4.387.721, in maggioranza donne (53,1%) e rappresentano il 7,35% della popolazione residente in Italia (59.685.227 persone). Mentre i cittadini non comunitari regolarmente presenti sono, sempre al 1 gennaio 2013, 3.764.236.
“Non possiamo accoglierli tutti”, “sono troppi”, “non possono venire tutti qua”: un dibattito pubblico distorto induce a sovrastimare l’incidenza dei cittadini stranieri sul complesso della popolazione.
Ma quanti sono davvero i cittadini stranieri nel nostro paese?
Secondo i dati statistici ufficiali più recenti, al primo gennaio 2013 i cittadini stranieri stabilmente residenti sono 4.387.721, il 7,35% di tutta la popolazione residente in Italia (59.685.227 persone). Di questi, la maggioranza sono donne (53,1%).
I cittadini non comunitari regolarmente presenti sono, sempre al 1 gennaio 2013, 3.764.236.
I cittadini stranieri si concentrano nelle fasce di età più giovani. Il 22,4% degli stranieri residenti ha meno di 18 anni (contro il 16,3 dell’intera popolazione), e il 43,7% ha tra i 18 e 39 anni (contro il 24,8% della popolazione complessiva). Gli ultraquarantenni stranieri sono solo il 33,8% e solo il 2,6% ha un’età superiore ai 65 anni (gli ultraquarantenni totali sono il 58,8% di cui il 22,6% supera i 65 anni).
La concentrazione dei cittadini stranieri nella fascia di età più giovane e maggiormente attiva sul mercato del lavoro fa sì che contribuiscano allo sviluppo dell’economia italiana e alla sostenibilità del sistema di welfare molto più di quanto pensiamo: fanno meno ricorso ai servizi sanitari e incidono al momento in modo molto limitato sulla nostra spesa pensionistica.