«L’abrogazione del reato di clandestinità non è nel programma!». I padri padroni del M5S hanno bocciato così la proposta approvata al Senato in commissione giustizia, da due senatori del movimento stesso. Il cinismo delle dichiarazioni di Grillo e Casaleggio fa sentire Borghezio un moderato: «Il movimento non è nato per creare dei dottor Stranamore senza controllo. Se lo avessimo proposto durante le elezioni non ci avrebbero votato, avremmo avuto percentuali da prefisso telefonico». I due padroni dichiarano che, a differenza degli altri partiti, il movimento non è nato per educare il popolo, l’emendamento andava prima sottoposto al giudizio dei votanti del M5S perché movimento e cittadini sono identica cosa. E poi ancora, mescolando ignoranza, dabbenaggine, fame da voto facile come gli stessi tanto odiati partiti: «Questo emendamento è un invito a imbarcarsi per l’Italia. Il messaggio che riceveranno i migranti sarà da loro interpretato nel modo più semplice: “la clandestinità non è più un reato” […] Quanti clandestini siamo in grado di accogliere se un italiano su otto non ha i soldi per mangiare?».
Ora si vedrà quanta volontà politica ci sarà per rispondere a tono a queste ributtanti parodie di Goebbells. Quanti si esporranno per dire che il reato di clandestinità non ha fatto altro che intasare tribunali e marginalizzare chi già vive in Italia, non certo fermare gli sbarchi. Chi avrà la determinazione necessaria per spiegare alle coscienze di buona parte del Paese, che chi parte per quei viaggi, provenendo da Paesi in cui ha perso ogni speranza, sa di aver buone probabilità di non farcela e si aggrappa ad una remota possibilità, ad un “forse”.
La base del M5S stavolta sembra non gradire le interferenze dei dominatori, nel blog ci si interroga, ci si spacca, molti non accettano di accomunarsi alle miserie leghiste, non si ritrovano nel sostegno offerto mediante twitter da intellettuali “organici” del calibro di Gasparri. Ma il duo micidiale Grillo & Casaleggio sa di poter cercare consensi nella pancia sofferente del paese, magari ambiscono a coprire quello spazio politico che va da posizioni sul modello di “Alba Dorata” in Grecia e la Lega Nord che sembra proseguire nella propria parabola discendente. Sanno che dalla crisi si può far credere di uscire alimentando pulsioni di destra estrema e col cinismo proprio dei padroni. Urlano di onestà e trasparenza, ma poi speculano su tragedie di cui non sono neanche in grado di comprendere la portata, contando sul fatto che agli autoctoni abbandonati da governi e parlamenti, poco importa di immaginare cosa significhi andarsene dalla Somalia, dall’Eritrea, dalla Siria. «I migranti scappano da situazioni ben peggiori della nostra – ha commentato Paolo Ferrero segretario del Prc, dicendo di aver provato un brivido di fronte alle dichiarazioni dei guru -. In molti casi siamo noi europei e occidentali ad avere causato la loro povertà e le loro guerre: che vadano in galera per aver tentato di sopravvivere è contrario ad ogni etica. Se il lavoro non c’è non è colpa dei migranti ma dei governi e dei banchieri che speculano e aggravano la crisi». Critiche altrettanto nette sono venute da Nichi Vendola per Sel e da rappresentanti del Pd. Ma oggi la miseria grillo-leghista si scontra con una vicenda atroce, di quelle che non vorremmo mai aver letto.
La racconta un sommozzatore che nella fatica di dover recuperare le salme ancora a bordo del relitto al largo di Lampedusa si è imbattuto in una madre con un figlio nato mentre moriva, col cordone ombelicale ancora attaccato, una ventenne che oggi è solo il numero 288 con un neonato che oggi è solo il numero 289. Il sommozzatore racconta di aver pianto mentre si accingeva ad un compito così ingrato. Accomunare lo squallore del sedicente comico e del suo mentore, con il dolore di un sommozzatore impegnato nel tentativo di strappare al mare e alle leggi degli uomini, quello che resta, non è esercizio di banale retorica. Dietro ci sono due visioni del mondo incompatibili, c’è una idea diversa di vita e di società. Da una parte chi conta i voti e i consensi, dall’altra chi deve contare i cadaveri. Da una parte chi ha una visione proprietaria del mondo e dall’altra chi, con mille contraddizioni, obbedisce alle più condivise leggi del mare. Non importa sapere altro rispetto al punto di vista di un sommozzatore che ha rivendicato le proprie lacrime, le si rispettano e le si fanno nostre. Importa però dire che le differenze sostanziali fra la Grillo & Casaleggio Spa e il peggior Berlusconi sono sempre più labili. C’è solo da augurarsi che fra le tante persone che hanno rafforzato il M5S prevalga oggi una sana e salutare ribellione.
Questo articolo è stato pubblicato su Liberazione