Da giorni fioccano le dichiarazioni e le analisi, riproposte anche da altri giornalisti, sull’articolo di Roberto Covaz pubblicato su Il Piccolo il 29 giugno scorso. Come associazione da sempre attiva sul territorio siamo ormai stancamente abituati alle mistificazioni del giornalismo locale sulla questione immigrazione, siamo abituati a vedere pubblicate notizie in cui si esaltano le azioni “criminali” solo e specialmente di chi non ha la cittadinanza italiana, siamo abituati a fare uscire comunicati stampa che poi vengono tagliati, confusi e male interpretati ogni volta che parliamo di CIE, siamo abituati a lunghi e preoccupanti silenzi anche quando denunciamo fatti gravissimi, che se avvenissero fuori da quelle mura troverebbero una risonanza mediatica molto diversa.
Il ruolo dell’informazione nel giustificare le politiche securitarie degli ultimi governi in materia di immigrazione (alimentando un clima di disinformazione e paura assolutamente incomprensibile) è assolutamente primario, e pertanto sentiamo di dover proporre un’analisi ragionata di quanto letto nell’articolo.
Lo scrive l’associazione Tenda per la pace e i diritti, proponendo un’analisi puntuale e attenta dell’articolo, e anche della situazione presente all’interno dei Cie italiani, in particolare in quello di Gradisca d’Isonzo.
Segnaliamo l’analisi, pubblicata sul sito www.meltingpot.org.