“Mamma, hai preso tutti i miei libri? Mi ha chiesto mio figlio. Io ho risposto di si..ma non era vero, non ce l’avevo fatta. E’ molto dura…”. Liliana ricorda così uno degli sgomberi che ha subito insieme alla sua famiglia, la sofferenza di vedersi portare via tutto da una ruspa, la fatica di dover ricominciare ancora una volta da capo, la frustrazione di non ricevere mai alcuna risposta dalle istituzioni. Liliana è una signora di circa 40 anni, rom di origine rumena. Come molti altri rom che vivono nella capitale, più volte ha visto la polizia arrivare davanti a casa sua senza alcun preavviso, più volte ha sentito le proprie cose rompersi sotto i movimenti meccanici delle ruspe, più volte si è sentita rispondere che l’unica soluzione abitativa prevista era un centro di accoglienza per lei e i figli, senza il marito. Più volte Liliana ha subito uno sgombero forzato e illegale: come tutti quelli che si verificano a Roma da più di due anni, in violazione dei diritti umani e dei parametri internazionali riconosciuti dal Comitato sui Diritti Economici, Sociali e Culturali delle Nazioni Unite. Lo evidenzia l’associazione 21Luglio, che oggi a Roma ha presentato l’appello internazionale #PeccatoCapitale, per chiedere una moratoria sugli sgomberi. “Dal 13 marzo 2015, giorno in cui papa Francesco ha annunciato il Giubileo straordinario, gli sgomberi forzati ai danni delle comunità rom a Roma sono più che triplicati”, è la denuncia di 21Luglio. Dopo il messaggio lanciato dal papa, 64 sgomberi hanno messo letteralmente in mezzo alla strada circa 975 persone – stando ai dati diffusi dalla 21Luglio -, tra i quali molti minori. Una situazione decisamente in contrasto con l’obiettivo che, secondo le parole del papa, dovrebbe avere il Giubileo straordinario, ossia la diffusione di un sentimento di misericordia. E’ invece un’accoglienza a senso unico quella proposta dalla giunta romana, che se da una parte apre le porte ai pellegrini, dall’altra le chiude davanti a persone già marginalizzate da politiche di segregazione e ghettizzanti.
Gli sgomberi illegali, che accomunano l’attuale amministrazione capitolina presieduta dal sindaco Ignazio Marino a quella precedente con a capo Gianni Alemanno, non fanno altro che rendere più difficile la quotidianità di tante persone. “Gli sgomberi rappresentano uno sperpero di risorse pubbliche, e si limitano a spostare le persone da una parte all’altra della città, rendendole ancora più vulnerabili e senza risolvere il problema dell’adeguatezza dell’alloggio”, dichiara il presidente di 21Luglio Carlo Stasolla. E’ proprio di fronte alla totale assenza di risposte istituzionali che l’associazione si è fatta promotrice della petizione internazionale #PeccatoCapitale, che chiede al sindaco Marino, al prefetto Gabrielli e all’assessore alle Politiche sociali Danese una moratoria sugli sgomberi forzati durante il Giubileo, e l’attivazione urgente di un tavolo “per rispondere alla problematica degli insediamenti informali presenti nella Capitale attraverso una modalità condivisa e rispettosa dei diritti umani”.
Lunaria aderisce all’appello, insieme a molte altre realtà, e invita a firmarlo cliccando qui