Nella giornata internazionale dei diritti umani, pesano come piombo le morti dei migranti, di cui da notizia la fondazione Migrantes: “I morti nel Mar Mediterraneo sono più che raddoppiati nel 2015, rispetto al 2014: da 1600 a oltre 3200. E continuano le morti di bambini, dimenticate: oltre 700 dall’inizio dell’anno”. Pesano. Ma evidentemente non abbastanza.
Come pesano gli sgomberi effettuati dalla polizia greca a Idomeni (ne abbiamo parlato qui), i muri che gli stati stanno costruendo alle frontiere (ne abbiamo parlato qui), i campi profughi che l’Unione europea sta finanziando fuori dal proprio territorio. Pesa la decisione della Francia che ha sospeso per tre mesi la Convenzione europea sui diritti umani: una misura grave, che, nell’informazione rapida e spettacolarizzata a cui siamo abituati, ha occupato il tempo di un post sui social network (ne abbiamo parlato qui).
E’ frustrante e drammatica la miopia delle politiche istituzionali che rinunciano alla salvaguardia dei diritti fondamentali di persone che fuggono da zone in cui i diritti non vengono tutelati.
E’ disumano il conto delle vittime di questi viaggi, come se ci fosse un macabro record da raggiungere per riuscire a dire basta. Stiamo parlando di persone, non di numeri, e questa “conta” non dovremmo essere costretti a farla. Ricordarlo ogni volta è doloroso.
E’ questo “ogni volta”, che dovrebbe farci riflettere, finalmente, davvero. Ancora di più oggi, in questa Giornata internazionale dei diritti umani, che sono oggi più che mai cinicamente calpestati.