I giornalisti potranno entrare negli hotspot. E’ l’importante passo in avanti arrivato dopo l’incontro tra il prefetto Morcone, la Federazione Nazionale Stampa Italiana Fnsi e l’Associazione Carta di Roma. Fino a ora, gli hotspot sono stati chiusi agli organi di informazione: “Le richieste di visita sono state sempre respinte ‘in considerazione delle esigenze organizzative per lo svolgimento delle attività’, come si legge nei dinieghi”, specifica l’Associazione. E’ successo, ad esempio, nella mobilitazione nazionale lanciata il 20 giugno scorso da LasciateCIEntrare (ne abbiamo fatto parte, e parlato, qui), durante la quale è stato negato l’accesso agli hotspot di Taranto, Pozzallo e Lampedusa.
D’ora in poi, invece, stando all’accordo a cui si è arrivati, delegazioni di giornalisti potranno visitare gli hotspot, almeno con cadenza mensile, a condizione di dare un preavviso di dodici ore. I membri delle delegazioni saranno individuati dalla Fnsi e da Carta di Roma, con l’obiettivo di esercitare una effettiva attività di controllo e di garantire la possibilità di visitare gli hotspot al maggior numero di giornalisti, anche della stampa estera.
Come sottolineato dal presidente dell’Associazione Carta di Roma Giovanni Maria Bellu “non si tratta di un’apertura piena”. In effetti, la necessità di dover dare un preavviso di dodici ore limita, in parte, la possibilità di controllare effettivamente le situazioni presenti all’interno delle strutture, preposte all’identificazione dei migranti (Qui Hotspot Factory, video prodotto da Vurria Produzioni sul ruolo e le contraddizioni del sistema Hotspot). Rispetto alla totale chiusura che regnava fino ad ora, rappresenta comunque una breccia importante. “La delicata questione dei migranti, specie in un momento di grande tensione internazionale, va affrontata fornendo all’opinione pubblica tutti gli elementi utili a formare un giudizio consapevole”, ha affermato Paolo Butturini, che ha presieduto l’incontro per la Fnsi, sottolineando che “la tutela del diritto dei cittadini a una corretta informazione si deve coniugare con il massimo di libertà e trasparenza”.