Mentre il consiglio regionale della Lombardia respinge con 42 voti contrari e trenta favorevoli la proposta del Pd (vedi qui) di creare una commissione consiliare speciale per il “contrasto ai fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza”, sul modello di quella tracciata in Senato dalla Senatrice a vita Liliana Segre, la Germania si muove in direzione contraria.
Il fatto evidente è che in Italia se n’è parlato molto poco (a differenza dei principali quotidiani internazionali che invece hanno dato molta visibilità alla notizia). Forse perché le misure approvate in Germania per contrastare l’avanzata degli estremisti di destra e combattere l’hate speech online sono arrivate proprio in concomitanza del polemico voto in Senato per la Commissione Segre. Forse perché è anche un argomento “scomodo” e difficile da affrontare. Ma sta di fatto che i ministeri dell’Interno e della Giustizia della Germania, a seguito delle recenti violenze estremiste, hanno deciso di velocizzare la procedura dell’approvazione di un pacchetto di norme molto interessanti. Il provvedimento riporta in calce le firme di tre esponenti del governo federale: la ministra della Giustizia, Christine Lambrecht, la ministra della Famiglia, Franziska Giffey, (entrambe della Spd) e il ministro dell’Interno, Horst Seehofer, leader della Csu.
Ecco alcune delle misure annunciate dal governo tedesco nell’ambito di questa nuova strategia: rafforzamento delle leggi sulle armi con richiesta di un permesso speciale, maggiore protezione per le figure politiche a tutti i livelli, obbligo di denunciare i discorsi di odio alle autorità tedesche e anche di trasmettere l’indirizzo IP dell’utente visibile per i social network come Facebook, Youtube e Twitter (fino ad ora, a tali giganti dei social media è stato richiesto di eliminare i discorsi d’odio solo entro un certo periodo di tempo, ndr), l’estensione dei requisiti per eliminare i contenuti illegali sulle piattaforme di gioco online, sviluppo di programmi di prevenzione già esistenti che mirano a combattere l’estremismo di destra, l’antisemitismo, il razzismo e l’inimicizia nei confronti di qualsiasi gruppo scelto come bersaglio attraverso il finanziamento di 115 milioni di euro all’anno per i prossimi quattro anni.
Solo poche settimane fa (il 9 ottobre), un uomo armato (un estremista di destra, appunto) ha ucciso due persone dopo aver tentato, di eseguire per fortuna avendo fallito, una sparatoria nella sinagoga della città di Halle. Dopo questo attacco terroristico, era importante che “le parole del governo fossero seguite da azioni”, ha dichiarato il ministro degli interni tedesco Horst Seehofer alla stampa internazionale.
Gli attacchi a ebrei, musulmani e altre minoranze sono aumentati negli ultimi anni in Germania, e solo all’inizio di questo mese, l’Ufficio federale di polizia criminale ha dichiarato di aver identificato ben 43 estremisti, con un aumento dei casi di circa un terzo dall’inizio dell’anno. Complessivamente, le autorità affermano che in Germania ci sono circa 12.700 estremisti di destra “pronti a usare la violenza”.
Dal canto loro, i politici dell’opposizione hanno espresso comunque il loro scetticismo su come andrebbe attuato l’obbligo di denunciare l’odio. Nel frattempo, la Commissione tedesca per la protezione dei dati ha dichiarato che osserverà attentamente gli sviluppi man mano che le proposte diventeranno legge. “A questo punto è troppo presto per dire se si tratta di un processo positivo o negativo“, ha detto il portavoce della Commissione Dirk Hensel a al quotidiano DW.
Il risultato finale è il seguente: questo “piano” in nove punti è stato condiviso da tutti i partiti della Grande coalizione, per una volta compatti senza indugi sulla stretta all’odio estremista che dilaga online e offline. Compatti anche nella dichiarazione congiunta che riassume la ratio della legge che deve ora essere ratificata dal Bundestag.
L’esatto contrario di quanto abbiamo visto e vissuto pochi giorni fa in Italia.