A proposito dell’articolo pubblicato da Il Mattino di Napoli su quanto successo nel quartiere Poggioreale di Napoli (ne abbiamo parlato qui), pubblichiamo la lettera inviata dall’Associazione Carta di Roma al direttore del quotidiano.
Di seguito la lettera.
Caro Direttore
Come saprai ci siamo dotati di un codice deontologico specifico, la Carta di Roma, perché il rischio di generalizzazioni e di infondati allarmismi ci ha costretti più volte negli ultimi anni a rettificare, a scusarsi per un titolo sbagliato o informazioni imprecise, soprattutto quando si sono trattate notizie che riguardavano migranti, richiedenti asilo, rifugiati e anche Rom e Sinti.
Nel lavoro di cronaca ci siamo detti anche che una particolare attenzione deve essere prestato alla divulgazione di notizie che vedono l’accostamento generalizzato e senza distinzione alcuna di un intero gruppo etnico con determinati fenomeni di criminalità, come nel caso di Rom e Sinti.
Tutto ciò perché si ha piena consapevolezza “sul danno che può essere arrecato da comportamenti superficiali e non corretti, che possano suscitare allarmi ingiustificati, anche attraverso improprie associazioni di notizie, alle persone oggetto di notizia e servizio”, sempre citando la Carta.
Sabato ci è stato segnalato un articolo che purtroppo non ha tenuto in considerazione queste norme, che converrai con noi, non sono altro che un richiamo generale ad attenersi alla verità sostanziale dei fatti.
Si tratta dell’articolo “Quel campo era diventato un incubo – Poggioreale si difende dalle accuse di razzismo: rubavano tutto , anche le croci delle tombe” pubblicato sul Mattino il 14 marzo scorso.
La collega elenca una serie di comportamenti incivili a cui avrebbe assistito e una serie di episodi di furti raccontati dagli abitanti del quartiere senza fornire alcun elemento per capire in che arco di tempo si sono verificati quegli episodi, non citando alcuna fonte a loro riscontro e dipingendo quella comunità come un gruppo di esseri inclini alla delinquenza.
Nell’articolo si fa un accostamento generalizzato e senza distinzione alcuna di un intero gruppo etnico a determinati fenomeni di criminalità, mentre la responsabilità dei comportamenti devianti è e deve rimanere individuale.
Nei confronti dei due giovani Rom che avrebbero molestato sessualmente una 16enne nel quartiere sono state giustamente avviate le indagini, dopo che la giovane ha sporto denuncia e saranno prese le adeguate misure giudiziarie a loro carico.
Le cronache ci hanno però raccontato del successivo rogo del campo in cui abitavano circa 250 Rom e senza voler attribuire nessun collegamento tra l’articolo e quanto poi è accaduto, ci sembra però opportuno e doveroso un richiamo forte a riappropriasi del diritto/dovere di raccontare la realtà nel rispetto di tutti e tenendo presente la responsabilità che come giornalisti ci portiamo nell’evidenziare e talvolta alimentare un clima di tensione sociale.
Nell’articolo menzionato converrai con noi che non appaiono rispettate le tre condizioni in presenza delle quali il diritto di cronaca è da ritenersi legittimo, cd. “decalogo del giornalista”, ossia: utilità sociale dell’informazione; verità (oggettiva o anche soltanto putativa purché, in quest’ultimo caso, frutto di un serio e diligente lavoro di ricerca) dei fatti esposti; forma“civile” della esposizione dei fatti e della loro valutazione.
Siamo consapevoli del fatto che a volte si lavora in fretta e che si può incorrere in errori e imprecisioni. Ed è questa la ragione per cui abbiamo ritenuto – prima di decidere se segnalare l’articolo all’ordine professionale – di scriverti personalmente per conoscere il tuo parere. Che ti preghiamo di farci pervenire appena ti sarà possibile. Come da prassi la lettera inviata verrà pubblicata 24 ore dopo sul sito www.cartadiroma.org.
Cordiali saluti
Giovanni Maria Bellu, Presidente Associazione Carta di Roma
Pietro Suber, Vice Presidente Associazione Carta di Roma e delegato CNOG per Carta di Roma
Roma, 17 marzo 2014