Si chiama “Rotte migratorie dai paesi sub-sahariani verso l’Europa” il nuovo rapporto di Medu (Medici per i diritti umani), basato sulle storie e le testimonianze di centinaia di migranti forzati, provenienti sia dall’Africa occidentale sia dal Corno d’Africa. Un dossier che prova a fornire elementi di comprensione di un fenomeno così complesso, al di là di semplificazioni pericolose e fuorvianti. Le informazioni sono state raccolte nei primi 6 mesi di attività del progetto “ON TO: Stopping the torture of refugees from Sub-Saharan countries along the migratory route to Northern Africa“, presso i Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) per richiedenti asilo in provincia di Ragusa e il Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo (CARA) di Mineo, in provincia di Catania. Vengono inoltre riportati dati e testimonianze raccolti nel corso di undici mesi di attività presso alcuni insediamenti informali di migranti forzati a Roma: edifici occupati, baraccopoli, stazioni ferroviarie. Secondo le testimonianze raccolte, tra le le forme più frequenti di tortura e di trattamenti inumani e degradanti vi sono: percosse e altre forme di traumi contusivi; privazione di cibo e acqua, pessime condizioni sanitarie; percosse ai piedi (falaka); sospensione e posizioni stressanti (ammanettamento, posizione in piedi per un tempo prolungato, ecc); minacce di violenze e di morte ai danni dei migranti o delle loro famiglie; violenze e oltraggi sessuali, oltraggi religiosi e altre forme di trattamenti degradanti; privazione di cure mediche; aver assistito ad episodi di tortura e trattamenti crudeli nei confronti di altre persone. Le violenze si sono verificate nella maggior parte dei casi in Libia. I sistemi di accoglienza in Italia e in Europa devono necessariamente tenere in considerazione le molteplici vulnerabilità dei richiedenti asilo che hanno affrontato il viaggio dal momento che tali fattori permangono anche dopo l’arrivo.
Leggi la sintesi del rapporto
Leggi la tabella riassuntiva dei dati
Ufficio stampa – 3343929765 / 0697844892
info@mediciperidirittiumani.org