Morire di asfissia in un carro merci, nascosto in un silos utilizzato per il trasporto di grano. Sembra incredibile: eppure succede, in un’Europa che ha ormai accantonato il cordoglio di circostanza per le persone che continuano a morire provando a varcare i suoi confini, e che invece palesa ogni giorno di più la propria scelta politica di chiusura e respingimento. Nella notte tra martedì 4 e mercoledì 5 aprile, il corpo di un giovane uomo è stato trovato senza vita dai lavoratori di un’azienda, a Portogruaro (Venezia). L’uomo, del quale ancora non si conosce la nazionalità, stava provando a entrare in Italia, passando per la cosiddetta rotta balcanica su un carro merci che trasportava grano.
Su un altro vagone dello stesso mezzo è stato trovato un altro giovane, privo di documenti, che ha spiegato di essere salito a bordo in Serbia.
Per ora non ci sarebbero altre informazioni: la Procura di Pordenone ha affidato le indagini al Commissariato di Polizia di Portogruaro, che ha ora il compito di stabilire le cause del decesso ed eventuali responsabilità di terzi. Ma la responsabilità maggiore già si conosce, ed è degli stati europei, colpevoli di voltarsi dall’altra parte di fronte a questa strage che prosegue da anni, ormai quasi nell’indifferenza. Da gennaio a oggi, in soli tre mesi, si stima che siano 663 le persone che hanno perso la vita provando a attraversare il Mar Mediterraneo. E mentre su sbarchi e naufragi è sceso un grave silenzio politico e mediatico, delle morti più “solitarie” non si è mai parlato molto. Eppure ci sono, e ci ricordano in modo tragico che la chiusura delle frontiere e l’assenza di politiche per ingressi legali e sicuri mietono costantemente vittime. Solo un mese fa un uomo è morto folgorato sul tetto di un treno, a Chiasso. A febbraio, un altro giovane era morto nello stesso modo, a Ventimiglia. Pochi giorni prima, un venticinquenne algerino era stato investito da un treno in corsa mentre camminava lungo i binari poco prima della stazione di Mentone, lungo il confine tra Italia e Francia. Lo scorso ottobre una ragazza somala di 17 anni è morta a Ventimiglia, travolta da un camion mentre, insieme ai familiari, provava a passare il confine con la Francia.