Con una delibera, la regione Friuli Venezia Giulia approva le modifiche che migliorano l’accesso alle cure sanitarie per i cittadini di origine straniera, garantendone così il diritto alla salute.
La giunta regionale recepisce così le indicazioni della Conferenza Stato-Regioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera.
“Una decisione di buon senso” l’ha definita l’Assessore alla salute, integrazione sociosanitaria e politiche sociali, Maria Sandra Telesca. “Far sapere agli immigrati che possono esser curati nelle nostre strutture pubbliche – ha proseguito Telesca – significa mettersi nelle condizioni di intercettare qualsiasi tipo di patologia e quindi evitare la diffusione di malattie infettive non diagnosticate, in un’ottica di prevenzione per la salute di tutti”.
Una scelta di buon senso, in effetti, a tutela di un diritto universalmente riconosciuto.
Stupiscono quindi i commenti apparsi al termine dell’articolo pubblicato sul sito Stranierinitalia.it: “Tanto paghiamo sempre noi italiani”, “Che vergogna”, “Speriamo che questo governo venga sostituito da una sana dittatura nazionalista”, “Ma, e i cittadini italiani?”. Fortunatamente, un lettore ricorda che “gli italiani c’è l’hanno di fatto”, e un altro che anche i cittadini stranieri “pagano le tasse come noi”. Quindi, dovrebbero avere pienamente diritto ai servizi di welfare. E ancora di più, non dovrebbe mai essere messo in discussione il godimento dei diritti inviolabili, espressi nella Costituzione italiana all’Art. 2: diritti, è bene ricordarlo, non del cittadino, ma dell’uomo, che vanno quindi al di là della dimensione politica della cittadinanza. Proprio come il diritto alla salute.