100 milioni di euro per i prossimi tre anni, per lottare contro razzismo e antisemitismo: è la scelta della Francia, annunciata dal primo ministro Manuel Valls. Il piano presentato oggi dal premier prevede in totale quaranta misure articolate intorno a giustizia, istruzione e web. “La Francia non sarà più la stessa” ha dichiarato Valls. Facendo riferimento agli attacchi del gennaio scorso contro la redazione del giornale satirico Charlie Hebdo, il premier ha sottolineato che da allora “razzismo, xenofobia, antisemitismo e odio verso i musulmani sono aumentati in modo insopportabile”. Proprio per questo il governo francese ha dichiarato di voler dare un segnale forte contro ogni tipo di attacco razzista. Sul piano giuridico, la repressione dei discorsi di odio avverrà nell’ambito del diritto penale – mentre finora erano appannaggio del diritto della stampa – e razzismo e antisemitismo costituiranno un’aggravante. Il governo francese prevede anche una stretta su internet, con l’istituzione di un’unità nazionale per la lotta ai discorsi di incitamento all’odio presenti sul web. Un punto, questo, che ha suscitato diverse critiche legate alla libertà di espressione.
Al di là dei nodi problematici e degli aspetti migliorabili del piano, la misura annunciata dà sicuramente un segnale forte rispetto alla presa di posizione governativa che, se da una parte prevede una stretta sui crimini razzisti, dall’altra istituisce strumenti per la sensibilizzazione della società civile. Secondo quanto annunciato, il fondo stanziato servirà a finanziare una grande campagna di comunicazione, oltre che diversi interventi a livello locale. L’esecutivo prevede inoltre l’aumento di iniziative di formazione nelle scuole. Anche lo sport sarà coinvolto, con l’introduzione di un numero verde per ogni federazione, a cui rivolgersi in caso di situazioni problematiche. Il tutto diffuso a livello locale, ma coordinato da una regia nazionale.
Investimenti a lungo termine per combattere un fenomeno che sta prendendo sempre più piede: l’Italia prenderà esempio dai cugini d’oltralpe?