Stessa provenienza, stessa sorte. Come il suo connazionale aggredito a Sassari, a poche ore di distanza, un po’ più a Sud, un altro giovane migrante, un diciassettenne proveniente dalla Guinea, ha subito un violento pestaggio da parte di alcuni coetanei a Francavilla Fontana (BR).
La denuncia dell’accaduto è passata attraverso Facebook, sul profilo del presidente del consiglio comunale. I fatti si sarebbero svolti domenica nel tardo pomeriggio. Stando alla ricostruzione fatta attraverso alcune testimonianze, il giovane, facendo un giro in bici, si sarebbe imbattuto in un gruppo di coetanei italiani nella villa comunale. Si sarebbe avvicinato e avrebbe “fatto l’errore” di salutare una ragazza che era nel gruppo, scatenando la rabbia. “Noi qui non ti vogliamo”, gli avrebbero detto. Prima le offese razziste, poi la bici scaraventata per terra, poi l’aggressione vera e propria a suon di calci e pugni. Un’aggressione di gruppo, fermata solo dall’intervento di un adulto che avrebbe messo in fuga i giovani aggressori.
Intanto, i carabinieri di Francavilla Fontana stanno cercando di ricostruire la vicenda. I militari hanno acquisito le immagini delle due telecamere di videosorveglianza che si trovano all’ingresso e all’uscita della villa comunale. Stando ai primi accertamenti, il giovane subito dopo l’aggressione, si sarebbe recato in ospedale in codice bianco, ma al momento del suo turno era già andato via, e non è mai stato visitato dai medici.
Dalla Comunità Educativa Kalika, che ospita il minore, fanno sapere che il ragazzo sta meglio: “Non ha voluto, al momento denunciare l’accaduto, né vorrebbe essere riconosciuto per questo pertanto è nostro dovere rispettare la sua scelta”, sottolineano gli educatori.
“Ringraziamo tutti i cittadini – si legge, inoltre, in un comunicato della comunità – che hanno fatto sentire il loro sostegno e le forze politiche che hanno giustamente condannato il gravissimo episodio e a loro chiediamo di intervenire affinché ci sia un clima più sereno, che i servizi sociali, nell’esercizio delle loro funzioni svolgano azioni di formazione, sostegno, progettazione affinché si incontrino due realtà, due continenti, due culture, con interventi di sensibilizzazione, di collaborazione con le comunità esistenti. Una Francavilla più presente che possa godere della stima anche di cittadini provenienti da “fuori” ma che, passati da qui, si portano un’immagine distorta e che non ci appartiene”.
Purtroppo, soprattutto nelle più recenti aggressioni, il refrain ricorrente è “il rifiuto” dei migranti con l’invito a “tornarsene a casa loro” (in barba anche alla recentissima e discussa sentenza della Cassazione, ndr). Come se quella “porosità” del confine tra dentro e fuori fosse rimossa. Come se questa Italia, non potesse essere “casa” per loro.