Il Comitato Verità e Giustizia per i nuovi desaparecidos ha scritto una lettera aperta ai media italiani. I numerosi incidenti e i tragici naufragi, in cui tanti migranti perdono la vita, vengono spesso ignorati dai media. Come la recente tragedia che ha visto giungere sulle coste libiche, spinti dalle correnti, circa cento corpi, e, nonostante la portata del fatto, anche su questo tragico avvenimento è calato il silenzio mediatico. Questa lettera, a distanza di circa 3 giorni dall’invio, non è stata ancora pubblicata da nessun quotidiano. Qui di seguito, il testo integrale.
E’ vergognoso che una strage di 100 migranti, avvenuta al largo di Tajoura in Libia, sia potuto passare nel silenzio quasi totale dei media italiani. Secondo il sito di Migrant Report (basato a Malta) e secondo le prime ricostruzioni, circa 100 corpi sarebbero stati restituiti sulle spiagge della località situata a 10 kilometri a est di Tripoli. Molte le donne e i bambini. Se il numero delle vittime, per il momento non confermato dalle autorità libiche venisse confermato, sarebbe la seconda più grande strage dall’inizio dell’anno dopo quella del 18 aprile in cui hanno perso la vita circa 850 persone. Ma la questione ora è la censura dell’informazione, già embedded e imbavagliata mentre inizia la missione militare in Libia. Infatti, (a parte Avvenire) nessun giornale italiano, nessun TG ( a parte RAI News 24) ha riportato la notizia.
Un silenzio profondo come la fossa comune che è ormai diventato il Mediterraneo. E che a quanto pare tutti, persino i giornalisti, hanno accettato, come normalità. Quello che davvero succede sulle coste libiche e tunisine non viene indagato né raccontato, nel nuovo buco nero che è diventata l’informazione in tempi di EuNavForMed. Non si è saputo quasi nulla della dinamica reale della quarta strage in meno di dieci giorni. Perché prima del 10 luglio, ricordiamo, è avvenuto il naufragio del 10 luglio a 60 mila delle coste libiche (12 salme a Palermo), del 9 luglio scorso al largo di El_ketef in Tunisia (10 corpi recuperati ma 20 avvistati) e del 5 luglio nei pressi di El-Bibane, sud Tunisia ( 5 cadaveri ritrovati). Nessuna inchiesta dai media, anzi, non si tiene più neanche il conto dei morti e dei dispersi. Vittime sprofondate e annegate dalla censura, nuovi desaparecidos.
Perché finora soltanto i cadaveri che riaffiorano, restituiti dal mare, raccontano la verità. La fossa comune-Mediterraneo. Ma quanti altri, forse centinaia, migliaia di dispersi, annegati, scomparsi, sono quelli di cui non si saprà mai nulla? Noi, cittadini, non possiamo accettare che questo avvenga. Intanto, un passo decisivo potrà venire dal Tribunale Permanente dei Popoli, che aprirà una sessione per giudicare i crimini contro l’umanità nel Mediterraneo.