Il ricordo del video girato con un telefonino dai due dipendenti della LIDL, due cittadini italiani di 26 e 36 anni, a Follonica, è ancora fresco: si filmano mentre rinchiudono in una gabbia metallica dei rifiuti due cittadine rom (noi ne avevamo parlato qui). Cosi come è ancora fresco tutto il seguito delle polemiche.
E’ di qualche giorno fa la notizia secondo la quale i due dipendenti, denunciati per sequestro di persona, potrebbero essere prosciolti dall’accusa, poiché il sostituto procuratore ha ritenuto eccessiva e non fondata la denuncia ed ha chiesto l’archiviazione del caso. Lo rende noto il quotidiano il Tirreno, ma ancora non si sa se il giudice accoglierà o meno la richiesta di archiviazione. Ora, forse, i due lavoratori useranno la richiesta di archiviazione per opporsi anche al licenziamento.
Ramon Zurita, uno dei due ex dipendenti Lidl, commenta la richiesta di archiviazione sul suo profilo Facebook, soffiando ancora sul fuoco delle polemiche: ‘Da mesi sapevamo che la vicenda sarebbe finita in questo modo, era scontato – scrive – ma ciò che fa venire i brividi sono state le notizie false, la sospensione decisa dai sindacati ed il fatto di averlo appreso solo in seguito tramite Facebook‘. L’ex dipendente racconta di aver incontrato i sindacati solo a distanza di mesi dall’episodio, quando ormai era stato già deciso il licenziamento.
Dalle colonne del quotidiano Libero, nel suo editoriale del 14 settembre, Vittorio Feltri, commenta: “I due lavoratori – burloni e non delinquenti – furono linciati dai media, come se fossero stati dei terroristi, benché avessero liberato quasi subito le rom, a dimostrazione che il loro era stato soltanto uno scherzo, magari di cattivo gusto, ma nulla di più. Nonostante ciò entrambi furono licenziati dall’azienda commerciale e accusati di sequestro di persone e di razzismo”. A sostegno del fatto che anche i due dipendenti hanno sempre affermato che quel filmato era solo uno “scherzo”. Sarebbe il carattere “burlesco” dell’atto, secondo il giornalista, che dovrebbe spingerci a «chiedere scusa» ai due ex dipendenti di Lidl che, proprio a causa della loro “bravata”, hanno perso il lavoro.
Quello che possiamo augurarci, in questa occasione, è che questo tipo di “scherzi” non si ripetano. Il vero problema è che diventa sempre più sottile e indistinguibile quel troppo labile confine che corre fra l’atto di razzismo e la banalizzazione dello stesso. Compito difficile quello della giustizia che ne deve determinare la gravità ed eventualmente l’adeguata sanzione. Che sia o meno derubricato a uno “scherzo”, quel video resterà impresso nella nostra memoria.