D’ora in poi, a Firenze, chiunque intenderà organizzare un’iniziativa su area pubblica dovrà farlo “nel rispetto dei principi dello statuto e della Costituzione”, impegnandosi con una dichiarazione esplicita di rispetto dei valori antifascisti sanciti dall’ordinamento repubblicano. E’ l’esito di una delibera approvata il 18 dicembre scorso dal Consiglio comunale fiorentino, che introduce nel proprio statuto “modifiche importanti per contrastare il riaffiorare di sentimenti e azioni fasciste”. Nel concreto, viene specificato che il Comune “opera […] per facilitare la concreta realizzazione dei principi costituzionali, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni pubbliche, di condizioni personali e sociali, nel rispetto della libertà e dell’uguaglianza dei cittadini, e per favorire il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i cittadini alla vita politica del Comune stesso”. Tutto ciò “contrastando l’ideologia nazi-fascista, in quanto contraria alla Repubblica e alla Costituzione nate della Resistenza e antitetica agli ideali della Città di Firenze, che l’ha concretamente combattuta”.
L’iniziativa del capoluogo toscano non è isolata. A Pesaro, il consiglio comunale ha approvato il 19 dicembre a maggioranza una mozione che impegna sindaco e giunta a “non concedere locali o spazi del Comune a quelle organizzazioni che direttamente o indirettamente, anche attraverso i social network, inneggiano al fascismo, al nazismo, al razzismo, procedendo alla modifica, se necessaria, dei regolamenti per la concessione degli spazi pubblici“. Viene rimarcato che “occorre mettere fuori legge queste formazioni antidemocratiche, anti-libertarie e razziste, attraverso una rigorosa applicazione delle leggi e delle norme costituzionali”. Sempre ieri anche il comune di Sestri Levante ha approvato la mozione secondo cui le associazioni di stampo nazifascista non potranno ricevere spazi pubblici né sedi per organizzare le proprie manifestazioni. Nello specifico, “sono incluse tutte quelle iniziative che propugnano messaggi omofobi, antisemiti e xenofobi, che in un comune celebre per la propria memoria storica tutta partigiana non può essere permesso“. E ancora, a Ravenna, il consigliere comunale Massimo Manzoli ha depositato un ordine del giorno in cui chiede che Giunta e Consiglio Comunale si attivino affinché contributi, sovvenzioni, patrocini, nonchè sale e spazi pubblici, vengano concessi previa sottoscrizione di una dichiarazione di rispetto della Costituzione Italiana, con particolare riferimento alla XII disposizione transitoria e finale – “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista” – nonché della legge 20 giugno 1952, n. 645, nota come Legge “Scelba”, e della legge 25 giugno 1993, n. 205, nota come legge “Mancino”.
I fatti accaduti a Forlì pochi giorni fa, come a Roma, sono solo la punta di un iceberg fatto di gruppi, movimenti, associazioni che fanno riferimento più o meno direttamente al nazi-fascismo. Le reazioni di queste giunte comunali rappresentano una presa di posizione importante, oltre che doverosa. Nel giro di pochi giorni si sono moltiplicate. Auspichiamo che fungano da sollecitazione a tutte le altre amministrazioni italiane, affinchè si moltiplichi l’impegno concreto in favore dei valori antifascisti su cui poggia la nostra Costituzione.