Si intitola così l’appello lanciato dalle realtà che organizzano un sit-in a Roma venerdì prossimo 11 luglio davanti a Montecitorio.
Fermiamo le stragi: perché quello che sta succedendo nel Mar Mediterraneo non può essere definito in altro modo.
Sono molte le persone che provano a lasciarsi alle spalle le guerre, le persecuzioni e la povertà. E sono troppe quelle che, nel tentativo di raggiungere l’Europa, perdono la propria vita. Il macabro conteggio delle morti, cui ormai rischiamo di abituarci, de-umanizza non solo le vittime, ma anche chi sta dall’altra parte: tutti dovremmo fermarci, riflettere, capire che qualcosa non va, di fronte alla morte di una persona. E fare pressione su chi potrebbe decidere di intervenire aprendo corridoi umanitari ma non lo fa.
I Ministri degli interni continuano ad incontrarsi ormai da mesi senza riuscire a raggiungere un accordo.
Consigli, dichiarazioni e annunci si susseguono mentre il Mediterraneo continua a macchiarsi di sangue.
Noi, insieme a molte altre persone, sentiamo il dovere di non stare a guardare. La morte delle persone ci riguarda direttamente. E anche la loro vita: quelle che riescono a arrivare in Italia non trovano un sistema adeguato di accoglienza. Se va bene sono accolte in strutture di emergenza sovraffollate e inadeguate. Oppure sono lasciate a sè stesse nella speranza che riescano presto a raggiungere altri paesi europei.
Noi vogliamo esprimere con forza la nostra solidarietà agli uomini e alle donne che provano a cambiare la propria vita. E vogliamo manifestare il nostro dissenso verso una politica sempre meno attenta alle persone e sempre più impegnata ad innalzare muri e barriere.
Per questo venerdì 11 luglio saremo in piazza, in Piazza Montecitorio, davanti alla Camera dei Deputati, alle ore 17.30.
Invitiamo tutte le realtà, le associazioni, i singoli cittadini a venire con noi. Ognuno con i propri messaggi e i propri percorsi. Insieme per dire basta. Perché quelle morti e quelle vite ci riguardano. Tutti.
Qui sotto il testo dell’appello:
Fermiamo le stragi. Accoglienza e dignità per i rifugiati in Europa
Il Mediterraneo continua ad essere un cimitero.
Il luogo nel quale muoiono le speranze di migliaia di persone in cerca di protezione.
I governi europei non mostrano alcun interesse, se non attraverso parole di circostanza a seguito di tragedie collettive, nei riguardi della sorte di chi in fuga da conflitti ai quali la comunità internazionale non riesce a dare risposte (la Siria e il Corno d’Africa in primo luogo) intraprende lunghi e rischiosi viaggi alla ricerca di sicurezza per sé e la propria famiglia.
L’operazione Mare Nostrum, che è riuscita a salvare migliaia di vita umane in questi mesi, non è certamente lo strumento più adeguato per assumersi le responsabilità che spettano ai Paesi dell’Unione Europea.
Anche il nostro Paese, che con questa operazione ha impedito maggiori perdite di vite umane e ha provato a mettere in campo una risposta dopo la strage dello scorso 3 ottobre a Lampedusa, non ha dato finora risposte adeguate alla gravità della situazione, in particolare sul piano dell’accoglienza che rimane confusa, parziale e frammentata.
Chiediamo al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, in qualità di Presidente di turno dell’UE, di proporre:
1. l’apertura immediata di canali umanitari con il coinvolgimento delle Nazioni Unite:
2. l’applicazione della Direttiva Europea sulla Protezione Temporanea (2001/55/CE).
Chiediamo altresì al Governo italiano di implementare subito un Piano Nazionale per l’Accoglienza, attraverso un coinvolgimento non solo degli enti locali e delle regioni, ma anche delle associazioni e degli enti di tutela.
Invitiamo tutti a aderire Venerdì 11 luglio 2014 al presidio a Piazza Montecitorio, davanti alla Camera dei Deputati, alle ore 17.30.
Arci, CGIL, Servizio Rifugiati e Migranti Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Lunaria, Medu, Progetto diritti, Senza confine.