Avevamo annunciato in ottobre la ripresa dell’iter delle proposte di legge di riforma sulla cittadinanza in commissione Affari costituzionali della Camera. Ma il percorso appare ancora in salita e pieno di mille insidie ed ostacoli, non solo per la ferma opposizione del centrodestra (anche se dentro Forza Italia non tutti sono contrari), ma anche per le divisioni interne alla maggioranza di governo (noi ne avevamo parlato qui, e per un ulteriore approfondimento, si veda qui sul sito di Lunaria e qui).
Ricordiamo che al momento in commissione sono stati presentati tre testi. La prima proposta è a firma dell’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, la seconda proposta è a firma del deputato del Pd Matteo Orfini e la terza proposta reca la firma di Renata Polverini, ex deputata di Forza Italia.
Nei prossimi giorni riparte la mobilitazione della società civile proprio per chiedere che la riforma della legge sulla cittadinanza venga attuata una volta per tutte e in tempi brevi. Il primo appuntamento importante è fissato per il prossimo 18 dicembre, con un flash mob a piazza Montecitorio (noi abbiamo pubblicato il comunicato qui). Insegnanti, studenti, genitori e attivisti tornano insieme in piazza per chiedere di cambiare la legge, in occasione della Giornata internazionale dei diritti di immigrati e familiari e del Trentennale della Convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia. Ma il movimento degli “Italiani senza cittadinanza” sarà in piazza, con le stesse rivendicazioni, anche questo sabato 14 dicembre, a fianco delle sardine nella manifestazione di Roma.
Soltanto pochi giorni fa, Save the Children, in occasione dell’iniziativa di presentazione presso la sala conferenze della Camera dei deputati del documentario “Waiting” di Stefano Di Polito, sottolineava alcuni dati importanti: al 1° gennaio 2018, in Italia i minori con background migratorio, con cittadinanza italiana per acquisizione o ancora stranieri, sono 1 milione e 316mila. Di questi il 75% è nato in Italia, 991.000 in tutto. Secondo il Miur, nelle scuole italiane, nell’anno scolastico 2017/2018, gli studenti e le studentesse con cittadinanza non italiana (Cni) sono 841.719, 1 studente su 10, e il 63,3% è nato in Italia. Dati di una certa rilevanza che non possono essere più ignorati dal Governo e dal Parlamento e che palesano l’urgenza di questa riforma.
Anche il Comitato per i diritti umani, una coalizione di organizzazioni e gruppi laici e religiosi, ha esortato, nei giorni scorsi, l’Italia a considerare la difficile condizione giuridica dei minori migranti e dei bambini, figli di immigrati regolarmente residenti sul territorio (si legga qui la nota), invitando caldamente ad approvare la riforma in tempi brevi.
Questa riforma della cittadinanza italiana, da lungo attesa e più volte rinviata, si rende oggi ancor più necessaria per rispondere alle legittime richieste di riconoscimento e piena partecipazione alla vita civica di tanti minori e ragazzi figli di migranti, nati e/o cresciuti in Italia e, quindi, già parte integrante della società.
Il riconoscimento della cittadinanza italiana permetterebbe a questi bambini e adolescenti, che abitano le nostre città e frequentano le scuole, le associazioni e i luoghi di aggregazione insieme ai bambini e agli adolescenti cittadini italiani, di uscire da uno stato giuridico che continua a considerarli degli “ospiti”, di non essere percepiti come “diversi”, con il costante pericolo di subire per questo ulteriori discriminazioni.
Oltre ad approvare la riforma della cittadinanza se volessimo spingere più in là lo sguardo, sarebbe auspicabile, cancellare i cosiddetti “decreti sicurezza”, così come tutti quei provvedimenti governativi che, contrastando con i principi della Costituzione italiana, hanno ulteriormente peggiorato la legislazione sull’immigrazione (come richiesto a gran voce dalla campagna nazionale Io Accolgo, che pure scenderà in piazza il 18 dicembre).
In questo preciso momento storico e politico, c’è un impellente bisogno di andare alla sostanza della realtà quotidiana, di guardare veramente alle vite di bambini e adolescenti che sono discriminati ingiustamente.
Giuseppe Brescia, presidente M5S della Commissione Affari istituzionali, ha assicurato ancora una volta, proprio in questi giorni, che si andrà avanti per ottenere un testo condiviso entro febbraio. Speriamo caldamente che alle parole seguano i fatti.
Come dicono dal Tavolo Saltamuri, i diritti o sono universali, o altrimenti si chiamano privilegi! Sarà importante ricordarlo insieme sia il 14 che il 18 dicembre.