I responsabili dell’Uefa avevano annunciato, all’inizio di questo Euro 2012, una politica di ‘tolleranza zero’ verso fenomeni di razzismo e xenofobia. E così accade che i provvedimenti presi ai danni di Federazioni e tifoserie sono già numerosi. Pur tuttavia insufficienti. Per quel che ci riguarda più da vicino, l’Uefa aveva già avviato un’indagine su presunti cori e ululati di stampo razzista indirizzati dai tifosi spagnoli nei confronti dell’attaccante dell’Italia Mario Balotelli (già bersaglio privilegiato delle deliranti invettive del sito neonazista Stormfront nei giorni precedenti), durante il match contro la Spagna. Eppure quando Balotelli aveva detto, prima dell’inizio dell’europeo, che avrebbe abbandonato il campo se fosse stato oggetto di cori razzisti, aveva suscitato molte polemiche. Balotelli è rimasto in campo, ma i cori e gli insulti razzisti non si sono fermati. Infatti, dopo la partita Italia-Croazia, giocata a Poznan giovedì scorso, l’Uefa ha aperto un nuovo procedimento disciplinare nei confronti della Federcalcio croata (HNS), già condannata a un’ammenda di 25.000 euro per il comportamento dei suoi sostenitori durante la partita contro l’Irlanda. Vista la reiterazione dei comportamenti (lancio di razzi e petardi oltre a cori razzisti, e l’uso di simboli razzisti), questa volta la punizione potrebbe essere più severa. Secondo l’Uefa, la federazione croata è sotto inchiesta per “condotta impropria”. L’indagine verte anche sulla banana che è stata lanciata in campo dagli spalti che ospitavano i tifosi croati in direzione di Mario Balotelli, al momento della sua sostituzione con Antonio Di Natale. La federazione croata ha subito lanciato un messaggio all’Uefa, annunciando in una nota di voler “prendere le distanze da ogni comportamento violento tenuto de parte dei tifosi durante l’europeo e di condannarlo fortemente”. Ha poi garantito che, insieme ai giocatori, farà il possibile per individuare i responsabili della violenze che, con il loro comportamento, possono nuocere allo svolgimento dei campionati Europei. Ma intanto le manifestazioni di razzismo in Polonia e Ucraina, con i relativi incidenti, continuano a riempire le prime pagine dei quotidiani e ad essere argomento di numerosi dibattiti. Di certo, possiamo affermare che anche in quest’occasione il calcio ha ampiamente dimostrato di “dimenticare” il fair-play!