Nell’Unione Europea, sono i minori di 18 anni le persone maggiormente a rischio povertà ed esclusione sociale: a dirlo sono i dati diffusi ieri dall’Eurostat, secondo cui questo rischio sarebbe maggiore nei casi in cui il minore abbia almeno un genitore nato in un paese diverso da quello di residenza.
Nel 2011, i minori a rischio povertà o esclusione sociale sono stati il 27%, a fronte del 24% degli adulti, e del 21% delle persone con oltre 65 anni. Oltre al livello di educazione dei genitori, che gioca un ruolo fondamentale, risulta di estrema importanza l’esistenza – o meno – di un percorso migratorio nella vita del minore e dei suoi genitori. Nel 2011 sono stati il 32% i minori a rischio con almeno un genitore di origine straniera, rispetto al 18% dei ragazzi con genitori nati e cresciuti nel paese di residenza.
Un dato che varia significativamente nei diversi paesi. Se nella Repubblica Ceca la percentuale dei minori a rischio povertà con almeno un genitore di origine straniera si attesta sul 15%, e in Estonia sul 18%, in Spagna emerge una percentuale, decisamente allarmante, del 45.5%, superiore a quella, nondimeno preoccupante, francese, del 39%. Si denota una tendenza, se non inversa, molto differente nei paesi dell’est Europa, e soprattutto in quelli di emigrazione più recente, come la Romania, dove i minori a rischio povertà con genitori nativi sono ben il 33%.
Anche l’Italia presenta una differenza significativa: sono il 24.4% i minori a rischio con entrambi i genitori italiani, mentre per i bambini con almeno un genitore di origine straniera la percentuale sale al 33.5%, un dato più alto rispetto alla media europea del 31.5%.
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