Il 9 maggio, il Consiglio di Stato ha accettato la richiesta del Governo Monti di sospendere gli effetti della sentenza n. 6050 che dichiarava illegittimo (nel novembre 2011) lo “stato di emergenza” con riferimento agli insediamenti rom (proclamato nel maggio 2008) in Lombardia, Campania e Lazio, poi esteso anche a Piemonte e Veneto. L’attuazione della cosiddetta “emergenza nomadi”, in vigore, quindi, dal maggio 2008 al novembre 2011, ha condotto ad un peggioramento delle condizioni di migliaia di donne, uomini e bambini rom residenti nei campi, che hanno subito gravi violazioni dei diritti umani fondamentali (attraverso i numerosi sgomberi forzati, per esempio). Questa sospensione, fortunatamente, non comporta il ripristino della cosiddetta “emergenza nomadi”, ma tuttavia lascia aperta la possibilità di continuare e di portare a termine le attività avviate già in precedenza. Esulta, quindi, da una parte, Fabrizio Santori, presidente della commissione sicurezza di Roma Capitale, che commenta positivamente la sospensione della sentenza, poiché di fatto ha sbloccato il “piano nomadi” della giunta Alemanno e il campo La Barbuta.
Dall’altra parte, attraverso due comunicati, l’Errc invita le autorità italiane al rispetto degli standard internazionali dei diritti umani nella realizzazione di tutti gli interventi riguardanti i rom (http://www.errc.org/article/new-decision-on-italian-state-of-emergency-must-not-mean-a-return-to-anti-roma-activity-says-errc/3986), e Associazione 21 luglio, Asgi, Amnesty International, Human Rights Watch e Open Society Justice Initiative chiedono che il governo abbandoni ogni iniziativa tesa a perpetuare gli effetti della passata “Emergenza Nomadi” (http://www.asgi.it/home_asgi.php?n=2192&l=it). Pensavamo che l’emergenza fosse finita …