A seguito di quanto accaduto a Pavia, alla vigilia delle elezioni, dove le case degli antifascisti sono state “marchiate” con degli adesivi per identificarle, Paola Barretta e Valerio Cataldi di Carta di Roma tornano a riflettere sul “clima politico polarizzato”, talmente teso e pericoloso, “in cui la rabbia può prendere il sopravvento”. I due giornalisti ricordano come Carta di Roma, abbia scelto di lanciare un appello contro le parole di odio (tornano infatti, sotto elezioni parole come “razza”, “paura” e “negro”) che possono trasformarsi in proiettili, proprio in occasione dell’inizio della campagna elettorale. Ora, nel giorno della sua chiusura, nell’osservare il silenzio, i due giornalisti ribadiscono la necessità di quell’appello fondato sul rispetto dei principi della Carta di Roma, sul rispetto della verità sostanziale dei fatti, sul rispetto dei principi antifascisti e antirazzisti su cui si fonda la carta costituzionale e l’articolo 21 che difende la libertà di stampa. Qui di seguito l’articolo.
Nel giorno del silenzio elettorale risuona più forte l’eco delle parole pronunciate, urlate, affisse sulle porte di casa in questi ultimi due mesi. Parole che lasciano il segno, condizionano gli umori e sollecitano paure. Per questa ragione, nel giorno in cui le parole si fermano, scegliamo di uscire con l’analisi del linguaggio di questi primi 60 giorni dell’anno che hanno preceduto il voto
di Paola Barretta e Valerio Cataldi
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