La Rete antirazzista catanese contesta la scelta del Governo di trasferire nel “villaggio della solidarietà” di Mineo circa 2000 richiedenti asilo e rifugiati attualmente ospitati nei centri SPRAR (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) diffusi sul territorio nazionale. Tale scelta comporta infatti l’interruzione dei percorsi di assistenza e inserimento sociale avviati, l’investimento di somme ingenti per il pagamento dell’affitto della struttura (privata) e per la militarizzazione del territorio. Viene anche giustamente contestata la decisione di installare delle tendopoli a Lampedusa, dove ormai la presenza di più di 3200 migranti ha creato una situazione non sostenibile dal punto di vista igienico e sanitario e ha scatenato le proteste della popolazione locale. La Rete antirazzista siciliana propone invece di sostenere l’accoglienza dal basso su tutto il territorio nazionale coinvolgendo i migranti e l’associazionismo locale.