Mentre l’Europa bacchetta l’Italia per l’uso di retoriche politiche e rappresentazioni simboliche xenofobe e razziste, specie con riferimento ai manifesti esposti dal centro-destra durante la campagna elettorale per il candidato sindaco di Milano (vedi il caso ‘Zingaropoli’), accade che nel vecchio continente si susseguano altrettanti atti degni di allarme e di riprovazione collettiva.
In Germania, l’Ndp (Nationaldemokratische Partei Deutschlands) partito di estrema destra, viene autorizzato dalla corte di Stato di Berlino ad affiggere due manifesti elettorali con slogan e immagini dal sapore dichiaratamente razzista. Il primo fotografa il presidente del partito, Udo Voigt, in sella a una moto con lo slogan “Dare gas!”: un invito che, considerate le simpatie apertamente neo-naziste dell’Ndp, sembra evocare chiaramente l’Olocausto. Il secondo vede raffigurati tre immigrati (stereotipicamente identificati da un uomo col turbante, una donna con il velo e un giovane dalla pelle scura … che ricordano vagamente quelli di casa leghista) su un tappeto volante, con l’augurio “Buon ritorno a casa!”. Non esistono, secondo il giudice, gli estremi per rimuovere i manifesti per incitamento all’odio: “La Germania tutela la libertà di espressione”, ha dichiarato.
Nello svizzero Canton Ticino, l’Udc, partito di destra, balza agli onori della cronaca con la sua campagna elettorale, molto dispendiosa e capillare: compaiono in tutta la Svizzera manifesti che chiedono di porre dei limiti all’immigrazione, divenuta, a detta dell’Udc, troppo massiccia in questi ultimi anni. Fortunatamente, un gruppo di cittadini del distretto ticinese decide di utilizzare lo stesso slogan per lanciare un appello “per un Mendrisiotto libero da razzismo e xenofobia”: ed ecco che lo slogan “Stop all’immigrazione di massa” diventa “Stop all’ignoranza di massa”!
Anche in casa nostra si fa un gran parlare di manifesti, quando il Comune di Napoli, città medaglia d’oro per l’antifascismo, censura la gigantografia “Nessuna luce mio duce” del duo di artisti Deva-Picardi, manifesto-provocazione che intende lanciare un messaggio contro il culto di Benito Mussolini e chiedere la chiusura immediata al pubblico della cripta Mussolini a Predappio, meta di molti “fan” neofascisti. Una provocazione, ma anche un’opera d’arte vera e propria: si tratta infatti di un’installazione facente parte della mostra “Campania senses” (che verrà inaugurata il 28 settembre), inserita nel progetto Padiglione Italia della Biennale di Venezia coordinato da Vittorio Sgarbi ed ospitata dal CAM di Casoria. Eppure quest’estate, negli spazi pubblici riservati alle affissioni commerciali delle bacheche comunali, con tanto di stemma e intestazione “Comune di Tradate”, compariva il manifesto «Auguri Duce!!», firmato da un non meglio precisato gruppo “Varese Ardita”, e nessuno si è preso la briga di oscurarli. Cosi come preoccupanti sono le reazioni del sindaco leghista Candiani che ha qualificato il gesto come “manifestazione folcloristica”. Comunque, il Comune di Napoli ha frettolosamente spiegato che il contenuto del manifesto era diverso dalla richiesta di affissione e, per questo, ne ha disposto la copertura. Sarà vero? Oppure, anche qui, esistono due pesi e due misure?