“Come è possibile che ricoprendo un ruolo politico si possa arrivare a giocare sulla morte di persone [..]. Nessuna campagna elettorale potrà mai giustificare un simile linguaggio”. E’ ferma la risposta della comunità marocchina torinese alle scuse di Mario Brescia, consigliere della circoscrizione 9 del capoluogo piemontese.
“Due escrementi umani in meno”: questa era stata la reazione di Brescia alla morte di due uomini, cittadini marocchini accoltellati mercoledì scorso, 16 aprile, alle sei di mattina in piazza Carducci, non lontano dall’ospedale Molinette.
Una frase che aveva sollevato critiche e polemiche; il sindaco Piero Fassino aveva definito le parole di Brescia “indegne”. Forse anche per le prese di posizione, il consigliere si è scusato: “E’ certamente stato un grave errore cedere allo stress emotivo e alla rabbia nel commentare su un social network un così grave fatto di cronaca nera avvenuto nel mio quartiere e vissuto in prima persona. Non era assolutamente mia intenzione offendere le due persone morte in quanto tali, né tantomeno, farne un discorso razziale, sarebbe stato lo stesso se fossero stati italiani. Voglio pertanto cogliere l’occasione per chiedere scusa a tutta la Comunità Marocchina di Torino, contro cui non ho alcunché”.
“Non bastano più le scuse, ognuno si assuma le proprie responsabilità, chi commette errori simili dovrebbe dimettersi, non è degno di rappresentare una circoscrizione”, è la reazione della comunità marocchina, i cui rappresentanti hanno scritto una lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Dal canto suo Brescia, ex capogruppo del Carroccio a Torino ed espulso dal partito un anno fa a causa di dissidi interni, in un’intervista a La Repubblica fa sapere che a dimettersi “non ci pensa proprio”, e rigetta le accuse di razzismo: “Per me potevano essere di qualsiasi etnia. È stato un momento di rabbia, non di odio razziale”. Secondo Brescia la sua frase sarebbe “un commento a caldo”, frutto dell’“esasperazione” per “come si vive da queste parti”: il consigliere si riferisce al fatto che le due vittime erano parcheggiatori abusivi. “In qualsiasi città del mondo nessuno è costretto a pagare il parcheggio due volte, alla città e al parcheggiatore abusivo. A Torino sì. È come un pizzo. Le pare giusto? E poi qui la situazione è peggiorata, una volta era una zona tranquilla, residenziale, caotica, ma si stava bene. Ora se va di fronte all’8 Gallery o in piazza Carducci si ha paura”.
Quindi un eventuale problema di ordine pubblico può legittimare delle offese così gravi? A quanto pare per Mario Brescia sì, in un’ottica di pura strumentalizzazione. A dirlo non siamo noi, ma lui stesso: “Volevo sollevare il problema. Ci sono riuscito, non pensavo che si scomodasse il sindaco”.