Nella notte di sabato 10 marzo, intorno alle 22, un uomo di circa 55 anni è finito in ospedale, con due costole rotte, dopo essere stato aggredito con estrema violenza, senza alcun motivo apparente, da un gruppo di una decina di ragazzi del quartiere Libertà, proprio nell’area antistante il Redentore, a Bari. A detta di alcuni residenti del quartiere, il gruppo di aggressori sarebbe stato composto da minorenni figli di alcuni esponenti dei clan della zona. Il Comitato di quartiere ha più volte sollevato dubbi sulla “pedonalizzazione” dell’area, al punto di lanciare un invito assurdo: “Raccomandiamo ai baresi di non attraversare l’area pedonale, anzi di starci il più lontano possibile”. “La pedonalizzazione – spiegano dal Comitato – è pericolosa per diversi motivi. Impedisce persino il regolare intervento delle Forze dell’Ordine o di eventuali soccorsi. Non è così che si libera il quartiere dalla grande e micro criminalità. L’unico modo è la presenza costante sul territorio di Polizia, Carabinieri e Polizia Locale. In questo modo l’avranno sempre vinta questi bulli e a farne le spese sarà sempre la povera gente”.
La notizia è circolata inizialmente soltanto su alcuni quotidiani locali, che oltretutto non hanno fornito molti dettagli sulla vittima. A distanza di tre giorni dal pestaggio, il quotidiano nazionale La Repubblica, nella sezione locale di Bari, ha riproposto la notizia ma con maggiori dettagli, grazie anche alla denuncia del responsabile della scuola d’italiano per stranieri collocata nel quartiere.
La vittima del brutale pestaggio è un cittadino pakistano, marito di una volontaria della ‘squola’ d’italiano Penny Wirton di Bari, che li aiuta in particolare come mediatore linguistico a lavorare con chi conosce solo la lingua urdu.
“Più volte i nostri ragazzi, identificati per il colore della pelle, sono stati oggetto di insulti e provocazioni, alle quali per fortuna non hanno risposto, ma il clima di sempre maggiore tensione creatosi in questi ultimi giorni crea non poca preoccupazione “, denuncia Gianpaolo Petrucci, responsabile della ‘squola’, in riferimento a quanto avvenuto. “Noi non rinunceremo ad essere presidio di civiltà e democrazia in quello spazio”. “La risposta – conclude – non può essere solo una richiesta di maggiore controllo da parte delle forze dell’ordine, ma la presenza dei cittadini nelle strade e nelle piazze, senza cedere di un centimetro alla prepotenza ed alla inciviltà“.