La misura di protezione temporanea richiesta da settimane da parte di molte organizzazioni della società civile, Asgi in testa, è finalmente arrivata. I migranti giunti in Italia e appartenenti a paesi del Nord Africa (non meglio specificati) tra il 1 gennaio e il 5 aprile 2011 hanno il diritto ad ottenere un permesso di soggiorno temporaneo di 6 mesi, ma solo se lo richiedono entro otto giorni dalla data di pubblicazione del decreto sulla Gazzetta ufficiale.
Che il Governo abbia adottato una misura di protezione temporanea è sicuramente un fatto positivo. Ma. Perché il diritto a chiedere protezione viene riconosciuto solo a chi è arrivato prima del 5 aprile? Essendo il provvedimento giustificato dall’esistenza di “eventi di particolare gravità” avvenuti nei paesi di origine dei migranti giunti per mare nelle ultime settimane, risulta difficilmente comprensibile non riconoscere tale possibilità anche a coloro che sono arrivati nei giorni immediatamente successivi e che, con molta probabilità, continueranno ad arrivare nei prossimi giorni, nonostante il nuovo accordo italo-francese per il pattugliamento congiunto delle coste tunisine.
Perché viene lasciato un tempo così breve (8 giorni dalla data di pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale) per presentare la richiesta?
La previsione, contenuta nel decreto, della possibilità per i titolari di protezione di circolare nello spazio Schengen si scontra inoltre con la chiusura ai profughi di Francia e Germania che intendono applicare rigidamente la Convenzione di Schengen (Art.5) riconoscendo il diritto di circolazione solo a coloro che dispongano dei mezzi di sussistenza sufficienti e di documenti validi, che non siano segnalati nel sistema SIS nè considerati una minaccia per l’ordine pubblico, la sicurezza interna, la salute pubblica o le relazioni internazionali di uno degli Stati membri. Che il Governo italiano abbia gestito in modo pessimo gli arrivi dei migranti delle ultime settimane è indubbio. Che il resto dell’Europa, Francia e Germania in testa, non faccia altro che innalzare i muri della sua fortezza è ugualmente certo.