Come combattere l’odio in rete? Quali strategie mettere in atto per contrastare un fenomeno complesso e multiforme? Negli ultimi mesi, abbiamo avuto modo di osservare le diverse risposte della rete di fronte ai messaggi d’odio, o all’uso “intelligente” dei social media come strumento di denuncia efficace degli atti di razzismo. Il counter-speech (tradotto alla lettera: il replicare, il controbattere), del quale abbiamo anche parlato nel Quarto libro bianco sul razzismo in Italia, comincia ad attrarre una maggiore attenzione nel nostro paese e rappresenta una delle possibili strategie da seguire per ricondurre la comunicazione online a una maggiore correttezza. E’ un tema che anche Facebook, come principale social network, sta iniziando ad affrontare.
Ed ecco che un gruppo di giovani universitari, attraverso il supporto di un laboratorio di ricerca e formazione dell’Università di Catania e ideato dal prof. Guido Nicolosi del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, da vita al DNA-Don’t igNore humAnkind. Un progetto “made in Sicilia” che ha scelto questo nome (DNA, appunto) proprio per richiamare la categoria della “razza”, per decostruirla rovesciandone il significato. Infatti, il principale obiettivo per questi giovani universitari è sviluppare una campagna di comunicazione, per mezzo di prodotti digitali (quali, ad esempio, foto, video, siti web), in grado di presentare un “contro-discorso” positivo per abbattere stereotipi, pregiudizi e pericolosi luoghi comuni sul tema delle migrazioni, ma che miri, al tempo stesso, a informare e sensibilizzare l’utente dei social, in modo da ostacolare ed estirpare l’estremismo e l’odio verso “l’altro”.
Cosi, attraverso una pagina Facebook molto attiva, il gruppo di lavoro pubblica vari post, utilizzando le risorse della rete: uso delle immagini associate a delle frasi ad effetto, slogan, molti hashtag (#P2PChallenge, #dontignorehumankind, #peoplebeyondnumbers, #shutthehate), info-grafiche e utilizzo dei dati sulle migrazioni (Fact-Checking) per decostruire gli stereotipi diffusi, molti video con testimonial che supportano la campagna, diffusione di articoli sulle buone pratiche legate all’immigrazione e all’accoglienza, ma soprattutto dei video realizzati per smontare i pregiudizi comuni nei confronti dei cittadini stranieri (ad esempio il “venditore di rose” o il “lavavetri”), laddove al posto di un migrante viene messo un italiano per osservare la reazione e l’interazione delle persone per strada.
Questo progetto siciliano è stato selezionato, finanziato e sostenuto da Facebook e EdVenture Partners, e partecipa alla campagna internazionale “Peer to Peer: Facebook Global Digital Challenge” (https://counterspeech.fb.com/en/initiatives/p2p-facebook-global/) che prevede la premiazione delle tre migliori campagne realizzate e la loro presentazione a Washington.
Il gruppo di giovani che partecipa al progetto siciliano ha l’ambizione di raggiungere il traguardo della premiazione finale. E’ una sfida molto competitiva che potrà essere supportata da chiunque lo desideri seguendo la pagina Facebook di DNA-Don’t igNore humAnkind. Una buona pratica potrebbe essere anche quella di ri-condividere i loro post (“La xenofobia si cura con la corretta informazione”, scrivono in un post che critica appunto la diffusione di fake news e di informazioni scorrette).
Da parte nostra un grande in bocca al lupo al team di giovani studenti di DNA.