E’ stato approvato ieri dalla Commissione Lavoro del Senato, nella sua versione originale l’art. 58 del disegno di legge sulla riforma del lavoro.
L’articolo, così come approvato in Commissione, modifica l’art.22 del T.U. 286/98 prevedendo (finalmente) il prolungamento della durata del soggiorno per attesa occupazione da un periodo non inferiore a sei mesi a un periodo non inferiore a un anno. Non solo ma si prevede che nel caso in cui il cittadino straniero percepisca una forma di sostegno al reddito, il permesso di soggiorno si prolunghi per tutta la durata della prestazione. Infine coloro che allo scadere dell’anno saranno in grado di dimostrare di disporre dei requisiti minimi di reddito previsti per il ricongiungimento familiare, potranno mantenere il diritto al soggiorno.
Naturalmente l’articolo è stato approvato con il voto contrario della Lega Nord.
I leghisti Sandro Mazzatorta, Angela Maraventano e Roberto Mura, avevano infatti presentato una lunga lista di emendamenti alla riforma del mercato del lavoro, in esame al Senato proponendo la cancellazione dell’articolo 58 del disegno di legge. Inoltre avevano proposto di abrogare la norma del testo unico sull’immigrazione che stabilisce che “la perdita del posto di lavoro non costituisce motivo di revoca del permesso di soggiorno al lavoratore extracomunitario e ai suoi familiari”. In sostanza, secondo la Lega, in caso di licenziamento o dimissioni avrebbe dovuto scattare immediatamente l’espulsione. Ovviamente, l’esatto contrario di quanto da tempo hanno chiesto sindacati e associazioni: ovvero, dare più tempo ai cittadini stranieri disoccupati per cercare regolarmente un nuovo lavoro, ed evitare di cadere in un circolo vizioso che li porti a ricadere nell’irregolarità. Per fortuna, almeno in Commissione, le loro richieste hanno trovato un riscontro.