Proponiamo qui di seguito un interessante articolo di Fulvio Vassallo Paleologo, avvocato e componente della Clinica legale per i diritti umani (CLEDU) dell’Università di Palermo, pubblicato sul sito di Comune.info e su quello dell’associazione Adif. L’articolo è stato scritto all’indomani della protesta dei sindaci, che ha trovato un terreno fertile seminato da straordinari percorsi di ribellione contro la macchina della paura come ad esempio l’enorme solidarietà emersa intorno a Riace o come Mediterranea, e che ha interrotto la campagna elettorale di chi costruisce consenso con la xenofobia. In realtà, in questo caso non si tratta neanche di vera “disobbedienza”, perché nessuno ha proposto di disapplicare in blocco una legge, né di fare ricorso diretto alla Corte Costituzionale, ma di sospendere temporaneamente l’applicazione del provvedimento, in materie sulle quali i comuni e le regioni hanno per altro ampi poteri discrezionali: nonostante questo il ministro dell’interno minaccia di tutto, a cominciare da ritorsioni economiche. Malgrado l’avvertimento della Presidenza della Repubblica, la Legge n.132 di conversione del decreto “sicurezza”, approvata il primo dicembre 2018, ed in vigore dal 4 dicembre, rimane un coacervo di misure legislative che abbattono i diritti di difesa e le garanzie in materia di libertà personale, cancellano la protezione umanitaria, aumentano i casi di detenzione dei richiedenti asilo. Si è cercato di fare passare l’idea che i sindaci si fossero semplicemente proposti di “disobbedire” alla legge, una versione che faceva comodo per legittimare le minacce del ministro dell’interno. Tuttavia, le questioni di costituzionalità si stanno moltiplicando e non si possono limitare alla protesta dei sindaci sulla questione della residenza anagrafica. Le misure discriminatorie pervadono l’intera legge Salvini n.132 del primo dicembre 2018, (conversione del decreto legge “sicurezza”n.113/2018). Ennesimo manifesto elettorale di un movimento politico, conclude Vassallo, che si propone di stravolgere l’assetto costituzionale nel nostro paese. E adesso anche nell’applicazione del cd. reddito di cittadinanza potrebbero emergere le stesse tendenze alla discriminazione, basate sul falso presupposto che quello che si toglie ai migranti accresce il benessere e la sicurezza degli “italiani”. mentre si scoprirà presto che succede esattamente l’opposto. A questo punto, la disobbedienza alla macchina della paura potrebbe costituire un modo con cui creare mondi nuovi. Molto dipende da tutti noi.