Quindici anni di residenza continuativa per accedere agli alloggi popolari, agli asili nido, alle borse di studio: è quanto richiede il gruppo consigliare lombardo della Lega Nord.
Il Carroccio ha infatti depositato al Pirellone, sede del Consiglio regionale della Lombardia, una proposta di legge relativa all’assegnazione degli alloggi di edilizia popolare Aler. Obiettivo: elevare gli anni di residenza continuativa necessari per accedere a un alloggio pubblico, che oggi sono cinque, e che la Lega Nord vorrebbe diventassero ben quindici. E prevedere una quota massima del 5% per l’assegnazione degli alloggi ai cittadini di Stati non aderenti all’Unione Europea.
Tradotto, sembrerebbe ipotizzare una via preferenziale per i cittadini italiani, escludendo tante persone di origine straniera.
Lo stesso requisito viene previsto, nella proposta, per accedere alle borse di studio e agli asili nido comunali.
Un modo per “riequilibrare una situazione assurda che fino a oggi ha visto premiare gli ultimi arrivati a scapito di chi risiede da sempre in Lombardia e si trova paradossalmente scavalcato in graduatoria”, secondo il vicepresidente del Consiglio regionale leghista Fabrizio Cecchetti, primo firmatario della proposta di legge.
Una manovra di “sterile ideologia, che discrimina la gran parte delle persone che hanno deciso di stabilirsi in Lombardia, pagano le tasse e rispettano le leggi, siano essi cittadini italiani, europei e extracomunitari”, secondo il capogruppo del Pd in Regione, Alessandro Alfieri.
Non è la prima volta che il Carroccio propone corsie preferenziali per i soli cittadini italiani, a scapito dei cittadini stranieri, in merito all’accesso alle prestazioni sociali: e la residenzialità è stata più volte elevata a criterio per l’accesso a tali servizi. Nello specifico, nel dicembre 2011, il gruppo leghista presente nel Consiglio regionale della Lombardia avanzava la stessa, identica proposta (ne abbiamo parlato qui).
“Proposte legislative per introdurre criteri che premino coloro che risiedono da più tempo sul territorio della nostra regione, dando loro la possibilità di avere accesso ad alcuni servizi”, le definisce Cecchetti, che prosegue: “Considerato il periodo di forte crisi economica e la necessità di migliorare la gestione delle risorse finanziarie disponibili, riteniamo doveroso intervenire in questo senso”.
L’antitesi noi-loro è da sempre cavalcata dal Carroccio, che in questo caso sembra stia facendo leva anche sull’attuale crisi economica.
Ma, proprio in una situazione di crisi, è doveroso non perdere di vista il diritto. In questo caso, “la parità di trattamento tra lo straniero e il cittadino italiano”, assicurata dal capito V del Testo unico sull’immigrazione.