Interessanti i risultati di un monitoraggio svolto dal Cospe sull’offerta di servizi assicurativi rivolta a cittadini comunitari e provenienti da paesi terzi. La ricerca, commissionata dall’Asgi, è stata condotta tra luglio e settembre 2011 e rientra nel progetto “Antenna territoriale antidiscriminazione di Firenze”, sostenuto dall’Open Society Foundation. L’Asgi ha chiesto al Cospe di realizzare un’attività di monitoraggio e analisi delle caratteristiche dell’offerta di servizi rivolti alla clientela rappresentata dai cittadini di alcuni paesi UE e di paesi terzi residenti in Italia. In particolare, la scelta del tipo di servizio da monitorare è caduta su quello assicurativo dell’RC auto. La ricerca di carattere qualitativo si è basata sull’analisi di preventivi per polizze RC auto raccolti dai siti internet di ciascuna delle compagnie monitorate. E’ stato scelto un campione di 36 compagnie assicuratrici che offrono la possibilità di ottenere un preventivo online. In 22 casi la formulazione del preventivo non richiedeva di fornire dati inerenti la cittadinanza, il luogo di nascita, la nazionalità di origine o il codice fiscale. Invece per 8 compagnie assicurative è stato necessario inserire dati sensibili relativi alla cittadinanza o al luogo di nascita del contraente per il calcolo finale del preventivo, ed in un solo caso tale informazione non ha comportato una maggiorazione dei costi della polizza. E’ stato riscontrato che 7 compagnie assicurative su 8 applicano un trattamento discriminatorio nei confronti di cittadini neocomunitari, di paesi terzi o presunti tali. Le cittadinanze prese in esame, oltre a quella italiana, sono state quella francese (ossia di uno Stato membro UE occidentale), bulgara e rumena (ossia di uno Stato membro UE neocomunitario) e marocchina (ossia di uno Stato terzo non membro della UE dell’Area del Vicino Oriente). La compagnia assicuratrice in cui la discriminazione è più forte, spiega il Cospe, è il gruppo Con Te. Cospe e Asgi hanno tentato di interpellare la compagnia in questione ma questa ha rimandato ogni responsabilità alla sede centrale in Gran Bretagna. E’ prevista, tuttavia, la presentazione di un esposto alla Commissione Europea e di una serie di ricorsi dinanzi ai giudici.